Proiezioni

Domenica 22 settembre giugno: ore 21,00
in lingua inglese con sottotitoli italiani

Titolo originale: Le fil
Nazione: Francia
Anno: 2024
Genere: Drammatico
Durata: 1 ora 55 minuti
Regia: Daniel Auteuil
Cast: Daniel Auteuil, Sidse Babett Knudsen, Isabelle Candelier, Suliane Brahim, Grégory Gadebois, Florence Janas, Gaëtan Roussel, Aurore Auteuil
Produzione: France 2 Cinéma, Zack Films, Zazi Films
Distribuzione: BIM Distribuzione

 

 

 

 

 

 

 

 

Trama

Da quando ha fatto assolvere un assassino recidivo, l’avvocato Jean Monier (Daniel Auteuil) non accetta più casi di giustizia penale. L’incontro con Nicolas Milik (Grégory Gadebois), padre di famiglia accusato dell’omicidio della moglie, lo tocca profondamente e fa vacillare le sue certezze. Convinto dell’innocenza del suo cliente, è disposto a tutto pur di fargli vincere il processo in corte d’assise, ritrovando in questo modo il senso della sua vocazione.

Trailer

Recensione

Auteuil sceglie con orgoglio uno stile vecchia scuola innestandosi nella tradizione della narrazione processuale.

Jean Monier è un avvocato di lungo corso, ma scottato dall’esperienza con l’ultimo cliente che ha difeso. Dopo qualche anno di assenza dai tribunali, per fare un favore alla moglie-collega, si trova a rappresentare un padre di famiglia in stato di fermo e accusato di aver ucciso la consorte. Sarà l’inizio di un caso che durerà anni, arrivando fino al processo, e che vedrà Jean approfondire il legame con Nicolas, uomo mite che giura di essere innocente e di non aver mai voluto fare del male a sua moglie.

Tanto prolifico e apprezzato come volto attoriale, Daniel Auteuil è spesso meno riconosciuto nella sua carriera di regista, nonostante con Le fil arrivi al quinto film dietro la macchina da presa e lavorando sempre anche alle sceneggiature.

Sarà perché i primi tre erano così legati agli adattamenti della produzione teatrale di Marcel Pagnol, ma ora Auteuil cerca qualcosa di diverso; guarda infatti alla cronaca giudiziaria, traducendo per il grande schermo una delle storie vere pubblicate dall’avvocato Jean-Yves Moyart.

Il cambiamento più forte è nello spostare l’ambientazione dal nord della Francia al sud che Auteuil conosce bene, essendoci cresciuto. Un sud atipico, tra le paludi e i tori della Camarga, attraverso cui il regista “si appropria” di questa storia che confina con il polar, tutta vissuta dal punto di vista dell’avvocato protagonista, e incentrata sul rapporto tra l’imputato e il suo rappresentante.

Rapporto fatto di fiducia e confidenza, perfino di affetto, ma che può muoversi esclusivamente entro i limiti della sincerità reciproca. Da regista concreto e pragmatico nel ritagliarsi un ruolo ricco – di ascolto, reazione, oratoria – Auteuil sceglie poi un volto intrigante con cui dialogare: quello di Grégory Gadebois, prolifico caratterista bravo a incarnare la mite indecifrabilità di Nicolas.

Il suo è il ruolo chiave in un’opera che fin dal titolo gioca con la percepita linearità della vicenda e con le aspettative del pubblico. La sfida è rendere particolare un caso che all’apparenza sembra generico, con l’orgoglio di uno stile certamente “vecchia scuola” e dotato di solida caparbietà.

Risultato raggiunto, che diventa ancor più interessante per come si posiziona in un’era di boom del genere “true crime” e soprattutto innestandosi in una rigogliosa tradizione francese della narrazione processuale.

Un fenomeno che va ben al di là del cinema, e che per limitarsi al grande schermo ha prodotto negli ultimi anni titoli come Saint OmerAnatomia di una caduta e Il processo Goldman. Se quei film facevano dell’aula di tribunale un campo di ricerca per l’eccezionalità più ambigua, Auteuil risponde con l’idea che è nella dimensione del normale che si trova l’oscurità più spaventosa.

Tommaso Tocci – mymovies.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

_ BAMBINI da 4 a 12 anni
_ ADULTI oltre 60 anni
_ PORTATORI DI HANDICAP
_ GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
_ MILITARI
_ TITOLARI tessera ANEC – UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo)
_ il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
_ il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura Area Metropolitana di Bologna
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

 

 

 

Premi

Cannes 2024 – migliore attore protagonista

Trama

La pellicola, una favola contemporanea, si basa su una serie di tre racconti e segmenti che seguono situazioni apparentemente diverse:

  • un uomo senza scelta che cerca di prendere il controllo della sua vita;
  • un poliziotto inquieto perché la moglie, scomparsa in mare, è tornata e sembra essere un’altra persona;
  • una donna determinata a trovare qualcuno, e che, sfruttando abilità psichiche, diventa un prodigioso leader spirituale.

Ogni attore interpreterà più personaggi.

Trailer

Recensione

Kinds Of Kindness è la summa del pensiero di Yorgos Lanthimos.
Il nuovo film, presentato a Cannes, con Emma Stone e Willem Dafoe, è un aggregato di tre storie che esplorano l’assurdo della nostra società tramite il paradosso.

C’è un concetto che in maniere diverse e con conseguenze diverse ricorre in molti film di Yorgos Lanthimos: la maniera in cui le nostre società sono organizzate, il set di regole che condividiamo per relazionarci, è totalmente arbitrario. Per questa ragione spesso nei suoi film inventa altre regole, paradossali, che portano agli stessi esiti, cioè che vessano o liberano i personaggi in modi che riconosciamo esistere anche nella nostra di società. In The Lobster per esempio chi non ha trovato un compagno entro una certa età viene emarginato (un po’ come nel nostro mondo) ma letteralmente proprio, viene deportato in un hotel dove ha l’ultima possibilità di trovare un partner, altrimenti è trasformato in un animale. In Dogtooth la famiglia è il cuore delle aberrazioni sociali, perché un padre tiene i figli reclusi e gli ha insegnato un funzionamento sociale completamente diverso. Addirittura in Povere creature! immagina una società diversa, e cosa accadrebbe alle relazioni di una donna con gli altri se venisse educata senza preconcetti e in piena consapevolezza del potere del proprio corpo.

Kinds Of Kindness, il suo nuovo film, contiene tre sperimentazioni su questo concetto, tre storie da circa 50 minuti l’una, in cui in una maniera o nell’altra le regole sono sovvertite. Nella prima il rapporto direttore/impiegato di una grande società è applicato alla vita reale, cioè un dipendente fa anche a casa tutto quello che gli ordina il suo datore di lavoro, fino al paradosso. Nella seconda una donna, naufragata su un’isola deserta, ha vissuto in una società sovvertita e al suo ritorno nel nostro mondo non è più la stessa (conducendo alla pazzia il marito). Nella terza alla ricerca di una guaritrice, un gruppo di persone è disposta a tutto. In tutte e tre c’è l’umorismo che è il marchio di fabbrica di Lanthimos.

Perché è sempre più evidente come a questo regista greco suoni ridicola la maniera in cui aderiamo alle regole sociali, come se non ne vedessimo l’arbitrarietà e le intendessimo come un baluardo della nostra civiltà. Gli fa ridere quando ci adeguiamo ai dettami del mondo come fossero gli unici possibili, come se da questi discendesse la tenuta della società (quando è il contrario: l’organizzazione è frutto di quello che la società nel suo complesso vuole raggiungere), e quindi le prende in giro queste regole, ne fa un’imitazione enfatizzandone alcuni elementi, oppure ne inventa di paradossali di cui anche noi possiamo ridere, proprio come a lui fanno ridere le nostre.

Ma non solo, Lanthimos, proprio con il suo umorismo, non fa che chiedersi come la società ingabbi con le sue regole e che accada a chi ne esce. Quando nel primo segmento di Kinds Of Kindness ’impiegato viene liberato dal suo padrone e può fare quel che vuole, cioè organizzare la sua vita come gli pare, è di colpo perduto, e tutto il suo mondo fatto di una casa, una moglie, un reddito e un lavoro crolla in modi ridicoli e risibili. Quando nel secondo segmento due coppie di amici si vedono per cena a casa di una delle due, la serata finisce a vedere abbracciati sul divano video porno che i 4 hanno girato qualche sera prima. Come fosse normale. Come se fosse accettabile e fosse una delle molte convenzioni del nostro modello di vita. Invece non lo è. Fa ridere per questo, perché è estremo e paradossale, perché sovverte il normale e perché i personaggi trattano queste convenzioni con la normalità con la quale noi trattiamo le nostre.

Ovviamente non c’è solo questo in questo film molto più sperimentale, radicale e autoriale degli altri, che Lanthimos ha girato in inglese. C’è anche l’altro grande tema che anima le sue storie, cioè la sovversione delle dinamiche di potere (le favorite della regina più potenti di lei, donne sessualmente consapevoli più potenti di uomini, ragazzi che mettono in crisi uomini maturi…), l’unico modo per ribaltare le regole sociali. E soprattutto c’è il sesso come elemento liberatore, sesso non per forza convenzionale, non per forza soggetto alle dinamiche standard. Non è un film narrativo Kinds Of Kindness, almeno non nel senso stretto, ma è un film più piacevole di quelli del periodo greco, in cui Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley ed Emma Stone recitano in ognuno dei tre segmenti, e in cui trovano maniere sempre interessanti di interpretare la stranezza di Lanthimos e le sue battute, per rendere in qualche modo umani i suoi personaggi disumani. Non sarà mai questo il film di maggiore successo di Lanthimos, né quello più amato, e del resto non è il suo migliore, ma è la dimostrazione di come, dopo due film da Oscar (La favorita e Povere creature!) sia arrivato, proprio lui, ad avere un potere tale ad Hollywood, da sovvertire l’ordine sociale ed economico che vige lì, e fare ciò che per altri è impossibile, ovvero far produrre a un grande studio (la Searchlight, costola della Disney) un film sperimentale, per nulla mainstream, per nulla commerciale, e totalmente d’autore.

Gabriele Niola- wired.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00
CINEMA IN FESTA € 3,50

_ BAMBINI da 4 a 12 anni
_ ADULTI oltre 60 anni
_ PORTATORI DI HANDICAP
_ GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
_ MILITARI
_ TITOLARI tessera ANEC – UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo)
_ il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
_ il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura Area Metropolitana di Bologna
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’