Proiezioni

Mercoledì 29 novembre: ore 21,00

Titolo originale: The old oak
Nazione: Francia
Anno: 2023
Genere: Drammatico
Durata: 1 ora 53 minuti
Regia: Ken Loach
Cast: Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox, Chris McGlade
Produzione: Sixteen Films, StudioCanal UK, Why Not Productions, Les Films du Fleuve
Distribuzione: Lucky Red

 

 

 

 

 

Trama

The Old Oak è un posto speciale. Non è solo l’ultimo pub rimasto, è anche l’unico luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino.

Il proprietario del pub, TJ Ballantyne (Dave Turner) riesce a mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria quando The Old Oak diventa territorio conteso dopo l’arrivo dei rifugiati siriani trasferiti nel villaggio. Stabilendo un’improbabile amicizia, TJ si lega ad una giovane siriana, Yara (Ebla Mari). Riusciranno le due comunità a trovare un modo di comunicare?

Trailer

Recensione

UN FILM NECESSARIO CHE RIFLETTE SUL RUOLO DEL DOCUMENTO CHE SI FA MEMORIA

L’Old Oak è un posto speciale. Non è soltanto l’unico pub aperto in un ex cittadina mineraria del nord est dell’Inghilterra, è l’unico luogo pubblico in cui le persone possono ritrovarsi. TJ Ballantyne lo tiene in piedi con buona volontà ma rischia di perdere una parte degli avventori affezionati quando nel quartiere vengono accolti alcuni rifugiati siriani. In particolare TJ si interessa alla giovane Yara che si è vista rompere, con un atto di intolleranza, la macchina fotografica a cui tiene in modo particolare. Per l’uomo è l’inizio di un tentativo di far sì che le due comunità possano trovare un modo per comprendersi.

Ken Loach ha dichiarato che, considerata la sua non più tenera età, questo probabilmente sarà il suo ultimo lungometraggio.

Lo ha già però detto in passato regalandoci in seguito altre opere che restano nel cuore e nella mente di chi ancora conservi anche un minimo di sensibilità. Speriamo che anche in questa occasione si tratti solo di un, per quanto doveroso, allarme senza conseguenze. Perché anche questa volta Loach, con il fedele Laverty, ci regala un film necessario. Entrambi sembrano avere in mente una frase di Abraham Lincoln: “Possiamo lamentarci perché i cespugli di rose hanno le spine o gioire perché i cespugli spinosi hanno le rose”. La cittadina in cui è ambientato il film di spine ne ha tante.

Non c’è più quella che era una comunità che costruiva la solidarietà intorno alla comune operatività (e, quando è stato necessario) alla comune lotta per la difesa del posto di lavoro nell’attività mineraria. Sono rimasti nuclei familiari isolati tra cui sembrano prevalere solo coloro che vivono di recriminazioni e vedono in chiunque altro si avvicini loro un profittatore che vuole togliergli quel poco che gli è rimasto. Laverty, in un’annotazione sul protagonista TJ aveva scritto “TJ ha perso la speranza”. La domanda che lui e Ken si pongono è se sia possibile coltivarne ancora un possibile germoglio. Lo trovano nei siriani che vengono alloggiati in appartamenti vuoti e che sin da subito vengono più respinti che accolti.

Loach sin dalle prime immagini ci fa riflettere sul ruolo del documento che si fa memoria. Yara scatta foto al suo arrivo, prima che la macchina fotografica, le venga fatta cadere a terra rompendosi. Nella sala ormai chiusa da tempo che si trova dietro il bancone del pub ci sono, appese alle pareti, foto degli scioperi degli anni Ottanta. L’arrivo di Yara ridà vita e senso non solo a quelle immagini ma anche a quel locale. La solidarietà che nasce dal basso per Loach è sempre stata la chiave di volta sia di storie individuali che collettive.

Non gli difetta però la lucidità per rendersi conto che a quest’ultima si oppongano forze disgreganti sempre più attive e invasive (social compresi). È contro questa deriva che fa sì che l’incontro con l’altro non sia più un arricchimento ma rappresenti solo una minaccia, che il suo cinema si fa speranza contro ogni possibile resa. Se poi qualcuno pensasse che Ken, con la lunga sequenza nella cattedrale della città, si sia in tarda età convertito può stare tranquillo. La sua è sempre stata una fede, nonostante tutto, nell’uomo. Questo però non lo ha mai spinto a posizioni manichee nei confronti della religione o dei suoi esponenti.

Fin dai tempi di Piovono pietre aveva dimostrato di saper trovare nel sacerdote l’unica persona ancora attenta alle condizioni del singolo. Oggi, in quella chiesa e con un coro che sta provando dei canti, ci offre una riflessione sull’integralismo musulmano. Perché Loach è stato e continua ad essere un uomo libero, privo di steccati mentali e capace di distinguere. Senza arrendersi mai di fronte ai tentativi, oggi sempre più massicci, di dividere scientemente le persone in ‘noi’ e ‘loro’ . The Old Oak (la vecchia quercia) è lui.

Giancarlo Zappoli – www.mymovies.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’