Circa redazione

Questo autore non ha riempito alcun dettaglio.
Finora redazione ha creato 23 post nel blog.

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE [dal 12 marzo]

2023-03-21T21:04:30+01:0014 Marzo 2023|Film in sala|

Proiezioni

Mercoledì 22 marzo: ore 21,00
Venerdì 24 marzo: ore 21,00
Sabato 25 marzo: ore 21,00
Domenica 26 marzo: ore 16,00 – 21,00
Mercoledì 29 marzo: ore 21,00

Titolo originale: Everything Everywhere All at Once
Nazione: USA
Anno: 2022
Genere: Commedia, Fantastico, Azione
Durata: 139 min
Regia: Dan Kwan, Daniel Scheinert
Cast: Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, James Hong, Jamie Lee Curtis
Produzione: A24, AGBO, IAC Films, Year of the Rat
Distribuzione: I Wonder Pictures

 

 

 

 

Il film definitivo sul multiverso con le icone del cinema Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis dirette dal duo di registi visionari The Daniels.

Il film ha ottenuto 7 Premi Oscar su 11 candidature, 6 candidature e vinto 2 Golden Globes, 10 candidature a BAFTA, 13 candidature e vinto 5 Critics Choice Award, 4 candidature a SAG Awards, 7 candidature a Spirit Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, 1 candidatura a CDG Awards, 1 candidatura a Producers Guild, Il film è stato premiato a AFI Awards.

Trama

Evelyn Quan Wang è un’immigrata cinese trapiantata negli Stati Uniti d’America che gestisce una lavanderia a gettoni insieme al marito Waymond. La tensione familiare è alta: la lavanderia a gettoni è tenuta sotto controllo dall’IRS (il Fisco USA), Waymond sta cercando di presentare le carte di divorzio a Evelyn, l’esigente padre di Evelyn, Gong Gong, è appena arrivato da Hong Kong e la figlia lesbica di Evelyn, Joy, cerca di convincere la madre ad accettare la sua ragazza Becky.

Durante un incontro con l’ispettore dell’IRS Deirdre Beaubeirdre, la personalità di Waymond cambia quando il suo corpo viene brevemente rilevato da Alpha Waymond, una versione di Waymond proveniente da un universo chiamato “Alphaverse”. Alpha Waymond spiega a Evelyn che esistono molti universi paralleli, poiché ogni scelta fatta crea un nuovo universo. Le persone dell’Alphaverse, guidate dalla defunta Alpha Evelyn, hanno sviluppato una tecnologia di “salto-verso” che consente alle persone di accedere alle abilità, ai ricordi e al corpo delle loro controparti dell’universo parallelo soddisfacendo condizioni specifiche…

Trailer

Recensione

Everything Everywhere, tutto sul film caso degli Oscar
Ben 11 nomination per l’indie movie sul metaverso

Ha sbancato alle nomination agli Oscar con ben 11 candidature dopo aver vinto due Golden Globe, protagonista come vada della notte delle stelle del 12 marzo, dopo aver avuto molti altri riconoscimenti e per questo torna in sala dal 2 febbraio con I Wonder Pictures, dopo un passaggio ‘pallido’ ad ottobre, il film sorpresa di cui tutti parlano: EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE – La vita, il multiverso e tutto quanto.

Cosa ha di speciale e perchè è diventato il film must to watch della stagione con 179 vittorie e 283 candidature ai principali premi internazionali? Produzione e regia già dicono molto: è prodotto dai fratelli Russo e diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, noti collettivamente come i visionari Daniels, ossia la Hollywood più indipendente, il film è avventura, azione, fantascienza, dramma familiare con tematiche Lgbt, comedy e romance tutto frullato insieme e con lo sfondo di grandissima attrazione del metaverso, con protagonista una donna cinese americana (Michelle Yeoh) provata dalla crisi economica con la sua lavanderia al punto da non riuscire a pagare le tasse, pressata da una ispettrice implacabile (Jamiee Lee Curtis) e che invece diventa suo malgrado una wonderwoman, con molteplici versioni di se stessa dalla star del cinema a una chef giapponese.

Ce n’è abbastanza perchè tolte le arti marziali e i superpoteri Everything fa commuovere ed empatizzare con Michelle e la sua famiglia, il marito (Ke Huy Quan) e la figlia gay in cerca di riconoscimento (Stephanie Hsu). Si entra al cinema pensando ad un film leggero, divertente, caciarone e forse ‘stupido’ e si esce con le lacrime agli occhi.
In una parola spiazzante e forse questo ‘delirio’ originale è il segreto della strada che sta facendo. Poi c’è il cast tutti in nomination, protagonisti e non, a cominciare dalla candidata all’Oscar Michelle Yeoh, 60 anni, malese di origini cinesi, la fantastica attrice della Tigre e il dragone, la Bond girl del Domani non muore mai, di Memorie di una geisha e del film Marvel I guardiani della galassia, paladina dell’empowerment femminile asiatico. E la leggenda Jamie Lee Curtis, Leone d’oro alla carriera. Temi, citazioni, action, cuore, Everything è oltre i generi perchè li contiene tutti.

Dice Andrea Romeo, fondatore e direttore editoriale di I Wonder Pictures: “Il caos ha un suo ordine e una sua ciclicità.
E così è anche nel cinema. Ci sono film che arrivano al momento giusto. Spesso piccoli gusci di noce, indipendenti dalle major, sospinti in alto da un’onda che non hanno generato ma che sanno navigare al meglio”. È il caso di Everything Everywhere All at Once, prodotto della casa indipendente A24. Come fu per El Mariachi nella mia generazione cinefila e per Easy Rider in quella dei miei genitori, il Multiverso dei Daniels è cresciuto al Box office Usa settimana dopo settimana, ha ingrossato le fila dei suoi sostenitori statunitensi e globali superando i 10 milioni di spettatori. Everything Everywhere ha travolto con il suo immaginario i media e i social di mezzo mondo e ora si abbatte come uno tsunami sugli Oscar.

In Italia il film è arrivato per i più curiosi e per quanti lo conoscevano già ad ottobre scorso, ma adesso il 2 febbraio torna al cinema sospinto dalle nominations agli Oscar e dalla curiosità che ha generato in questi mesi”

Alessandra Magliaro – www.ansa.it

Riconoscimenti

2023 – Premio Oscar
Miglior film a Daniel Kwan, Daniel Scheinert e Jonathan Wang
Miglior regista a Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Miglior attrice a Michelle Yeoh
Miglior attore non protagonista a Ke Huy Quan
Miglior attrice non protagonista a Jamie Lee Curtis
Miglior sceneggiatura originale a Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Miglior montaggio a Paul Rogers
Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Stephanie Hsu
Candidatura per i migliori costumi a Shirley Jurata
Candidatura per la migliore colonna sonora a Son Lux
Candidatura per la migliore canzone (This is a Life) a Ryan Lott, David Byrne e Mitski

2023 – Golden Globe

Migliore attrice in un film commedia o musicale a Michelle Yeoh
Miglior attore non protagonista a Ke Huy Quan
Candidatura per il miglior film commedia o musicale
Candidatura per il miglior regista a Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Candidatura per la miglior sceneggiatura a Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Jamie Lee Curtis

2023 – Premi BAFTA

Miglior montaggio a Paul Rogers
Candidatura per il miglior film
Candidatura per il miglior regista a Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Candidatura per la miglior sceneggiatura originale a Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Candidatura per la miglior attrice protagonista a Michelle Yeoh
Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Jamie Lee Curtis
Candidatura per il miglior attore non protagonista a Ke Huy Quan
Candidatura per la miglior colonna sonora a Son Lux
Candidatura per il miglior casting a Sarah Halley Finn
Candidatura per i miglior effetti speciali a Benjamin Brewer, Ethan Feldbau, Jonathan Kombrinck e Zak Stoltz

2023 – Screen Actors Guild Award

Miglior cast cinematografico a Jamie Lee Curtis, James Hong, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, Harry Shum Jr., Jenny Slate e Michelle Yeoh
Miglior attrice protagonista a Michelle Yeoh
Miglior attore non protagonista a Ke Huy Quan
Miglior attrice non protagonista a Jamie Lee Curtis
Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Stephanie Hsu

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

WHAT’S LOVE? [domenica 26 marzo – 18,30]

2023-03-21T21:47:42+01:0028 Febbraio 2023|Film in sala, Prossimamente|

Proiezioni

Domenica 26 marzo: ore 18,30

Titolo originale: What’s love?
Nazione: Regno Unito
Anno: 2022
Genere: Commedia, sentimentale
Durata: 108 min
Regia: Shekhar Kapur
Cast: Lily James, Emma Thompson, Sajal Ali, Shazad Latif
Produzione: Working Title Films, Instinct Productions
Distribuzione: Lucky Red

 

 

 

 

 

 

Trama

La regista Zoe, alla disperata ricerca di idee per il suo prossimo film, decide di girare un documentario in Pakistan sul matrimonio combinato del suo vicino e amico d’infanzia Kazim, ma durante le riprese tra i due nascono dei sentimenti…

Trailer

Recensione

UNA COMMEDIA CHE ENTRA ED ESCE CON GARBO DALLO STEREOTIPO ETNICO

Zoe è una documentarista inglese di successo, il suo vicino di casa Kazim un oncologo di origine pakistana, e le loro famiglie sono cresciute fianco a fianco nella Londra multietnica. Quando Kazim comunica a Zoe di volersi sposare secondo la tradizione, ovvero lasciando scegliere ai suoi genitori la sua sposa, Zoe decide di girare un documentario sui matrimoni combinati (anzi, “assistiti”, come vuole la nuova dicitura) nel Ventunesimo secolo dal titolo Love (contr)actually.

In realtà Zoe è delusa dalla scelta dell’amico di sempre per molti motivi, il più nascosto dei quali è l’attrazione segreta che prova per quell’uomo con cui c’è sempre stata un’intesa istintiva (e anche un primo bacio infantile), al cui confronto tutte le relazioni estemporanee della ragazza sembrano irrilevanti. Quando Zoe e la sua eccentrica madre si trasferiscono a Lahore per seguire il matrimonio di Kaz le tensioni aumentano: riusciranno i nostri eroi a gettare le rispettive maschere?

What’s Love Got to Do With It?, che non ha nulla a che vedere con la canzone di Tina Turner o con il film sulla vita della cantante dallo stesso titolo, rientra solo in parte nel filone sui matrimoni bollywoodiani e le tradizioni asiatiche paragonate a quelle anglosassoni, perché aggiunge ulteriori spunti di riflessione, in particolare riguardo al personaggio di Zoe, interpretato con grazia da Lily James.

Zoe è una giovane donna in perenne conflitto fra desiderio di affermazione professionale e pessime scelte private, il cui sogno romantico è “guardare fino in fondo una serie televisiva” insieme a “quello giusto”. Il paragone ricorrente è con le favole classiche (creando anche un piccolo inside joke, visto che James è stata una Cenerentola del grande schermo) e con le aspettative suscitate nelle bambine riguardo alla necessità di essere salvate da un principe azzurro. E se da un lato Zoe contesta apertamente la filosofia “sciovinista” delle fiabe, raccontando favole femministe alle nipoti, dall’altro soccombe a un autoisolamento deleterio.

Dietro la cinepresa c’è Shekhar Kapur, già regista di Elizabeth ed Elizabeth: The Golden Age, che è nato a Lahore, e la sceneggiatura è firmata dalla giornalista e produttrice anglopakistana Jemima Goldsmith (al secolo Jemima Khan), entrambi dotati di una conoscenza diretta sia della società indopakistana che di quella inglese.

La sceneggiatura entra ed esce dallo stereotipo etnico, aiutando il pubblico a ridere tanto dei pregiudizi inconsapevoli della madre very British di Zoe, spassosamente interpretata da Emma Thompson, quanto di quelli intenzionali della madre di Kaz, che ha il volto della star del cinema hindi Shabana Azmi: basti la sua descrizione sintetica della moglie ideale per suo figlio come “musulmana, non troppo femminista e non troppo scura di pelle, possibilmente beige”. Gustosa anche la caratterizzazione di un sensale pakistano 2.0 che cerca di abbinare coppie etnicamente corrette durante le sue riunioni motivazionali.

Naturalmente la morale è più anglosassone che pakistana, ma rispetto ad altri film dello stesso tenore c’è qualche sfumatura in più, e anche un paio di stoccate al politically correct nel cinema come nuova glassa su antiche consuetudini.

Paola Casella – www.mymovies.it


Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

TUTTO IN UN GIORNO [da venerdì 3 marzo]

2023-03-09T08:51:38+01:0028 Dicembre 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 3 marzo: ore 21,00
Sabato 4 marzo: ore 21,00
Domenica 5 marzo: ore 16,30 – 18,30 – 21,00
Mercoledì 8 marzo: ore 21,00

Titolo originale: En los márgenes
Nazione: Spagna
Anno: 2022
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 105 min
Regia: Juan Diego Botto
Cast: Penélope Cruz, Adelfa Calvo Soto, Luis Tosar, Nur Al Levi, Aixa Villagrán, Christian Checa, Ame Aneiros, Font García, Juan Diego Botto, María Isabel Díaz, Somaya Taoufiki, Salma Naim Annaassi, Nacho Marraco, Claudia Melo
Produzione: Amazon Prime Video, Ayuntamiento de Madrid, Head Gear Films, Morena Films, Radio Televisión Española
Distribuzione: BIM Distribuzione

 

 

Trama

Tutto in un giorno, film diretto da Juan Diego Botto, racconta le 24 ore di tre personaggi in lotta per la sopravvivenza che hanno in comune il tema drammatico dello sfratto. Storie che si intrecciano di persone comuni alle prese con problemi all’ordine del giorno ma determinanti nel corso delle loro vite.
Azucena (Penélope Cruz) è una madre di famiglia, coraggiosa ma disperata perché rischia di perdere la casa. La sua vita è una lotta quotidiana fatta di ristrettezze economiche visto che il marito è un operaio che guadagna una miseria. La banca ha deciso di toglierle la casa e lei ha 24 ore per risolvere questo dramma.
Poi c’è Teodora (Adelfa Calvo), alle prese con le scelte di vita sbagliate e i fallimenti di suo figlio. Lei lo cerca per aiutarlo ma lui si nega affranto dai suoi problemi.
E infine troviamo Rafa (Luis Tosar), un avvocato che ha come missione di aiutare realmente chi è in difficoltà senza trarne alcun vantaggio personale. Deciderà anzi di sacrificare tempo e energie dedicate alla propria famiglia per una causa sociale in cui crede profondamente. Si trova alle prese con un caso di custodia, una ragazza araba rischia di vedersi togliere la figlia e lui farà di tutto per impedirlo.
Storie di persone coraggiose che lottano nonostante le difficoltà e le ingiustizie sociali…

Trailer

Recensione

Per l’esordio alla regia, Botto porta in scena una denuncia verso la speculazione dei mutui e le privatizzazioni che colpiscono la Spagna da anni

Il cinema non si accontenta solo di spettacolarizzare un racconto. In una società ormai caratterizzata da una informazione che viaggia attraverso numerosi canali, esso si pone come strumento mediatico essenziale per la conoscenza della realtà circostante, poiché capace sempre di raggiungere un pubblico vasto e colto. Così Juan Diego Botto decide di sfruttarlo, con la sua opera prima Tutto in un giorno, per dare voce alle classi sociali spagnole vittime degli sfratti e della recessione.

Una scelta mirata, quella del regista, che innalza il racconto a dramma sociale, con l’obiettivo di portare all’attenzione di tutti la precarietà e la speculazione immobiliare che trascina ogni giorno il Paese nel baratro. La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale nella sezione Orizzonti della 79esima Mostra del Cinema di Venezia, e sarà nelle sale cinematografiche dal 2 marzo.

“In Spagna ci sono circa 40 mila sfratti all’anno, più di 100 al giorno”. L’epilogo del film, che ne costituisce il fulcro, dà dei numeri spaventosi. Ma come si può descrivere l’angoscia di uno sfratto? Partendo dal concetto di casa. Una parola semplice ma pregna di significato. L’abitazione, intesa come spazio personale e unico, raffigura uno dei simboli principali della nostra società. Legato in senso stretto al concetto di famiglia, rappresenta per un individuo uno degli obiettivi primari nel suo percorso di realizzazione. Dentro le mura della propria casa ognuno si sente al sicuro, avvolto quasi in un abbraccio caldo, consapevole che lì il mondo esterno non avrà accesso. Eppure, nonostante sia la fetta di spazio ritagliatasi con sacrifici e sudore, può essere sottratto. E nessuno chiede il permesso. In molti casi funziona così. Botto parte da questo concetto tanto intimo quanto universale per introdurre tre storie apparentemente diverse, ma in realtà molto simili. Ognuna con il suo pesante fardello e ognuna con la sua lotta interiore e sociale.

Sin dalle prime inquadrature Tutto in un giorno ci regala i tre punti di vista attraverso cui gli eventi andranno snocciolandosi nel giro di 24 ore: Azucena, Teodora e Rafa. Ad ognuno di loro Botto affida una missione, alla cui base sta la paura di fallire, e una scadenza, scandita da un orologio invisibile che ne detta il ritmo. Un ritmo furioso e serrato, dentro al quale i personaggi si muovono frenetici, incalzati da un tempo che scorre inesorabile e non permette loro di fermarsi e riprendere fiato. Azucena, interpretata da una coinvolgente Penelope Cruz, è il volto in cui si riflette meglio la condizione di precarietà e disagio.

La macchina da presa indugia spesso su di lei, sullo sguardo perso nel vuoto e sulla voglia di combattere nonostante l’instabile situazione socio-economica. Un desiderio di vincere, il suo, che si mescola ad una rabbia repressa mentre percorre una Madrid che si staglia silenziosa e immobile sullo sfondo. Pronta però a raccogliere le sue lacrime e incassare i suoi strazianti sfoghi. Immagini disturbate e sporche seguono lei e i suoi comprimari, enfatizzandone la frustrazione ma anche l’orgoglio, che cerca di sovrastare un senso di mortificazione sempre più invadente.

Se in un primo momento Tutto in un giorno mette a fuoco una solitudine che sfocia quasi in alienazione, con il progredire della storia questa cede il passo alla collettività. Si ramifica così una sub-trama in cui Botto, con approccio antropologico, fotografa l’evoluzione dei rapporti umani messi davanti a situazioni complesse. Lo fa con delicatezza, cogliendone dettagli ed espressioni cruciali, senza mai essere retorico. È un discorso che affida in particolare a Rafa, un uomo al servizio dei cittadini in crisi, che se all’inizio si trova ad affrontare una relazione incrinata – o forse mai nata – con il figliastro Raul, alla fine scopre essere l’unico in grado di capirlo. A differenza della moglie che, lontana dalla sua quotidianità, non comprende fino in fondo le sue scelte, limitandosi invece a segnarne gli errori.

Ma è solo imparando ad affrontare insieme la durezza della vita, come accade a Rafa e Raul, che si può trovare un punto di incontro. Un incontro che si riverbera anche su Tamara e il figlio German, che smette di negarsi alla madre quando trova il coraggio di accettare i fallimenti e scrollarsi via la vergogna. Tutto in un giorno mostra perciò la sua doppia natura: è una storia di denuncia verso le privatizzazioni e il sistema bancario, ma anche un racconto umano, semplice e pieno d’amore, in cui la solidarietà diventa il perno a cui aggrapparsi per superare le difficoltà. Proprio come ci dimostra il fermo immagine nella punch line: Azucena raccoglie le ultime forze per protestare con gli attivisti sociali, prima che la polizia la privi della casa per sempre.

Valeria Maiolino – www.cinefilos.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

THE FABELMANS [dal 17 dicembre 2022]

2023-01-02T21:45:07+01:0016 Dicembre 2022|Archivio|

Proiezioni
Mercoledì 28 dicembre: ore 21,00
Giovedì 29 dicembre: ore 21,00
Venerdì 30 dicembre: ore 21,00
Sabato 31 dicembre: ore 20,30
Domenica 1 gennaio: ore 15,30 – 18,15 – 21,00
Lunedì 2 gennaio: ore 21,00

ANTEPRIMA NAZIONALE

Titolo originale: The Fabelmans
Nazione: U.S.A.
Anno: 2022
Genere: Drammatico
Durata: 151 min
Regia: Steven Spielberg
Cast: Gabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Jeannie Berlin, Keeley Karsten, Robin Bartlett, Oakes Fegley, Julia Butters, Gabriel Bateman, Judd Hirsch, Nicolas Cantu, Sam Rechner, Chloe East, Isabelle Kusman, David Lynch
Produzione: Amblin Entertainment, Amblin Partners, Universal Pictures
Distribuzione: 01 Distribution

 

Trama

The Fabelmans, film diretto da Steven Spielberg, è una storia semi-autobiografica, basata sull’infanzia e l’adolescenza del regista e in particolare si ispira al periodo tracorso in Arizona.
Il film racconta la storia di Sammy Fabelman, un ragazzo cresciuto tra l’Arizona e la California tra gli anni 50 e 60, che grazie all’amore di sua madre per la musica e il cinema, si appassiona anche lui alla settima arte.
Il giovane scopre uno sconvolgete segreto familiare e si rifugia nella magia del cinema, che con il suo potere salvifico può aiutarlo a vedere la verità…

Trailer

Recensione

Cos’è il cinema? A cosa serve?
Il cinema serve a esorcizzare paure.
Serve a cogliere la realtà che a occhio nudo non vediamo, o non vogliamo vedere. A manipolarla, anche, quella realtà, tagliando via le parti che non ci piacciono, o raccontando storie che con la realtà non hanno niente a che vedere. O, ancora, mettendo sullo schermo ciò che è diverso dal reale: dando magari dimensione superomistica a un bullo qualunque, o a ridimensionare finalmente, evidenziandone la dimensione ridicola, chi è cattivo e pericoloso.
Serve a far rimanere lo spettatore a bocca aperta, a farlo ridere, a farlo piangere.

È ciò che impara Sammy Fabelman (che è quasi fableman, l’uomo della fiaba) nella sua carriera di giovane spettatore e, immediatamente dopo, aspirante filmmaker, folgorato dalla visione del Più grande spettacolo del mondo, scioccato dalla scena dell’incidente ferroviario tanto da doverla replicare prima, e filmare poi, a casa sua.

Da quel momento in avanti, Sammy non smetterà mai di filmare, girare, inventare storie e situazioni, arrangiare effetti speciali. Affinare la sua arte. E imparare cosa sia il cinema, e a cosa possa servire.
L’ha imparato Sammy, quindi l’ha imparato Steven Spielberg, maestro indiscusso, uno che il cinema lo respira, lo vive, lo incarna. E allora è chiaro che The Fabelmans è tutto quello che è il cinema: è esorcismo (di una triste storia di divorzio e sofferenza), è fascinazione (per il racconto), è emozione, dramma e commedia, racconto di formazione. E è sicuramente, sarebbe sciocco e ingenuo non considerarlo, manipolazione: nessuno di noi potrà mai sapere se e quanto Spielberg abbia abbellito, imbruttito, modificato, censurato o esaltato la realtà dei fatti. Ma io, francamente, me ne infischio, e ve ne dovreste infischiare anche voi.
Perché questo è cinema, la verità andatevela a cercare altrove.

Cinefilo è cinefilo, The Fabelmans, ma non è mai inutilmente feticista, né assomiglia ad altri film sul cinema.  Nostalgico, forse, ma mai chiuso nel solipsistico rimpianto di un tempo che fu. Nemmeno sul fronte autobiografico, finalmente declinato secondo traiettorie diverse da quelle cui il cinema più recente ha abituato. Poi certo, che Sam sia Steven ce lo ricorda lo stesso regista, di continuo, specie nella scelta di un attore, Gabriel LaBelle, il Sam più “adulto” dei tre che vediamo sullo schermo, che di Spielberg è chiaramente più un sosia che un avatar. Ma Steven non è ripiegato dentro Sam, e Sam si apre per accogliere la proiezione di ogni spettatore.

È, anche, The Fabelmans, il film (volutamente) forse meno compatto, il più frastagliato e il più ondivago, tra tutti quelli diretti da Spielberg in carriera, che pure gli stanno tutti dentro in immagini, figure e personaggi.
Un film sempre soggetto a sbalzi di tono, di umore, di situazioni. A cambi di fuoco repentini. Ma questo lo rende più umano, se vogliamo, mentre la capacità di Spielberg di flirtare con questa indeterminatezza senza mai perdere, nemmeno per un istante, il controllo totale sulla sua arte, quello ha del superumano.
Basta pensare a quando Spielberg, nel momento in cui i suoi genitori, i genitori si Sam, annunciano ai figli la decisione di divorziare, ed è tutto un continuo e isterico passare da un primo all’altro, e un tutto un traboccare di sentimento, inserisca un’inquadratura quasi subliminale in cui Sam si vede, si immagina, in uno specchio mentre filma quella scena.
Razionalità e sentimento. Scienza e arte. Distanza e partecipazione. Padre e madre. Queste sono le dicotomie (la dicotomia) alla base di questo film.
Per questo, qui, ci si commuove meno che in altri film di questo maestro. Per Spielberg era fondamentale tenere l’equilibrio. La barra al centro.

Forse, però, la cosa più bella di tutte arriva sorprendentemente alla fine. In un finale rischioso, che potrebbe essere scambiato per sfacciato, o perfino macchiettistico, a rischio figurina, nella sua testarda voglia di mettere a confronto il giovane Sam con la leggenda John Ford (interpretato da un altro regista, a pensarci straordinariamente somigliante, ma davvero inatteso: il nome non lo dico per non rovinare la sorpresa), ma che non lo è affatto. Al contrario.
La cosa più bella di tutte, dicevo, è che al termine di questa sarabanda di situazioni e sentimenti, che tirano in ballo il personale di Spielberg, e la memoria degli spettatori, e l’amore per il cinema, e per la vita, Spielberg stesso decida di chiudere ricordando che il cinema può – deve anzi – essere una cosa semplice. Un gioco, per divertirsi e divertire.
È semplice: orizzonte alto o orizzonte basso. Mai in mezzo.
Un aggiustamento della macchina da presa.
Nero.
Fine.
Applausi.

Federico Gironi – www.comingsoon.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

LA BELLA STAGIONE [TUTTO ESAURITO – Mar 3 gennaio]

2023-01-03T21:54:28+01:0015 Dicembre 2022|Archivio|

Proiezioni

Martedì 3 gennaio: ore 20,30

TUTTO ESAURITO

Titolo originale: La bella stagione
Nazione: Italia
Anno: 2022
Genere: Documentario
Durata: 151 min
Regia: Marco Ponti
Cast: Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Gianluca Pagliuca, Giulio Nuciari, Luca Pellegrini, Toninho Cerezo, Fausto Pari, Moreno Mannini, Ivano Bonetti, Giovanni Invernizzi, Pietro Vierchowod, Attilio Lombardo, Marco Lanna, Giuseppe Dossena, Giuseppe Bergomi, Federico Chiesa, Franco Ordine, Paolo Condò
Produzione: Groenlandia, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution

 

Trama

Un film su una squadra di calcio unica, che ha deciso, di punto in bianco, di diventare per una stagione non solo la più forte, ma soprattutto la più bella.
Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Toninho Cerezo, Gianluca Pagliuca e molti altri protagonisti raccontano la cavalcata che portò la Sampdoria dei miracoli a vincere lo scudetto nella stagione 90-91 e a duellare alla pari con il Barcellona nella finale di coppa dei campioni l’anno successivo. Tra aneddoti, gol, storia, vittoria e sofferenza, viene fuori l’anima di questi uomini, campioni dentro e fuori dal campo.

Trailer

Recensione

UN DELIZIOSO AMARCORD CHE TRASCENDE LA DIMENSIONE SPORTIVA PER RACCONTARE EMOZIONI E VALORI UNIVERSALI

La bella stagione è un delizioso amarcord del bel tempo che fu: la grande stagione della Samp. Attraverso le voci degli stessi campioni, ma anche di magazzinieri e opinionisti, emerge un racconto corale in cui aneddotica, calcio, amicizia e sofferenza si mischiano.

Genova 1990, Vialli, Mancini, Pagliuca e gli altri senatori dello spogliatoio della Samp si trovano in un’antica osteria genovese per sottoscrivere un patto tra gentiluomini: nessuno di loro se ne andrà prima di aver regalato alla squadra e alla città il primo scudetto della storia della Samp. Ancora oggi lo scudetto vinto da quei ragazzi rimane l’unico nel palmares, e la loro storia sarà per sempre impressa nei cuori delle persone che hanno avuto l’ardire di sognare insieme a questi campioni.

Ma prima che essere una storia di vittorie e di calcio, La bella stagione racconta di amicizia e di rivalsa, una di quelle storie che sono possibili solo nello sport. Marco Ponti inserisce di diritto la cavalcata della Sampdoria del 90-91 tra le grandi epopee popolari del calcio, assieme allo scudetto del Napoli di Maradona, al miracolo del Leicester di Ranieri e le gesta epiche del Grande Torino.

Contro l’Inter dei tedeschi, freschi freschi di coppa del mondo, il Milan degli olandesi, il Napoli di Maradona e la Juve di Baggio e Schillaci non doveva esserci spazio per la Sampdoria di Boskov, ma nel calcio, come nell’amore, la razionalità non ha alcun peso. C’era infatti un fattore incalcolabile che dava alla Samp uno scatto in avanti: non è chiaro se sia stato merito dei gemelli del gol Vialli-Mancini, dell’intelligenza tattica e la capacità di pensare fuori dagli schemi di Boskov, o se invece fu grazie all’atteggiamento quasi paterno del presidente Mantovani nei confronti dei suoi giocatori, o forse di tutte queste cose insieme.

Altafini e Cerezo definirebbero questo “fattore x” magia, Lele Adani parlerebbe di garra charrua, dell’artiglio che graffia, o come viene detto nel film, la Samp del 90-91 aveva la luce negli occhi. Quella stessa luce la vediamo brillare negli occhi di Vialli e di Mancini, mentre si abbracciano in una notte di luglio del 2021, a Wembley, dopo aver portato la nazionale italiana sul tetto di Euro 2020. Mancini guida da c.t. della nazionale una delegazione tutta blu-cerchiata, e ancora una volta non è possibile trovare alcuna spiegazione razionale per questa vittoria, se non chiamando in causa la luce negli occhi di quel gruppo di amici che nel ’91 fece la storia della Samp.

Archimede Favini – www.mymovies.it

Prezzi

BIGLIETTO € 5,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

NON COSI’ VICINO [da venerdì 17 febbraio]

2023-03-01T21:16:06+01:0014 Dicembre 2022|Archivio|

Proiezioni

Mercoledì 22 febbraio: ore 21,00
Venerdì 24 febbraio: ore 21,00

Sabato 25 febbraio: ore 21,00
Domenica 26 febbraio: ore 16,15 – 18,30 – 21,00
Mercoledì 1 marzo: ore 21,00

Titolo originale: A Man Called Otto
Nazione: Svezia, USA
Anno: 2023
Genere: Commedia
Durata: 126 min
Regia: Marc Forster.
Cast: Tom Hanks, Mariana Treviño, Rachel Keller, Manuel Garcia-Rulfo, Cameron Britton.
Produzione: 2DUX², Playtone, SF Studios, STX Entertainment, Sony Pictures Entertainment
Distribuzione: Warner Bros Italia

 

 

 

Trama

Otto Anderson, rimasto da poco vedovo, è un uomo rigido e incapace di relazionarsi con gli altri. Se la prende con qualunque persona che non rispetta alla lettera i regolamenti. Quando qualcuno entra senza permesso con l’auto nell’area riservata dove c’è anche il suo appartamento o non fa correttamente la raccolta differenziata, ci pensa lui a farglielo notare. Ogni giorno organizza infatti una ronda per controllare se c’è qualcosa che non va. In più non si è mai ripreso dalla morte della moglie Sonya a cui era legatissimo e programma il suicidio in più di un’occasione. A movimentare improvvisamente la sua esistenza c’è l’arrivo di Marisol e del marito che hanno affittato una casa di fronte alla sua…

Trailer

Recensione

IL REMAKE DI MR. OVE SI SCIOGLIE GRADUALMENTE E TROVA I TEMPI GIUSTI. PER TOM HANKS È UNO DEI FILM RECENTI PIÙ ISPIRATI

Otto Anderson, rimasto da poco vedovo, è un uomo rigido e incapace di relazionarsi con gli altri. Se la prende con qualunque persona che non rispetta alla lettera i regolamenti. Quando qualcuno entra senza permesso con l’auto nell’area riservata dove c’è anche il suo appartamento o non fa correttamente la raccolta differenziata, ci pensa lui a farglielo notare. Ogni giorno organizza infatti una ronda per controllare se c’è qualcosa che non va. In più non si è mai ripreso dalla morte della moglie Sonya a cui era legatissimo e programma il suicidio in più di un’occasione. A movimentare improvvisamente la sua esistenza c’è l’arrivo di Marisol e del marito che hanno affittato una casa di fronte alla sua. La giovane donna, già madre di due bambine e in attesa del terzo, irrompe come un uragano nella sua vita e tra loro nasce gradualmente un’amicizia che resterà per sempre.

Una ragazza che sta correndo per prendere un treno, un libro che cade per terra. Già questa immagine, come ricordo personale e come flashback, segna Non così vicino. È una pagina della vita di Otto che diventa un crocevia esistenziale decisivo.

E sono proprio i frammenti del passato, con i colori sfumati della fotografia di Matthias Koenigswieser a dare il tono di una favola dove però l’incantesimo sta per rompersi da un momento all’altro che riporta il cinema di Marc Forster verso gli esiti più riusciti del suo cinema come Neverland – Un sogno per la vita ma anche dalle parti della crudezza e anche umanità di Monster’s Ball. La memoria riprende vita sempre attraverso dettagli (il viaggio alle cascate del Niagara), oggetti, sogni spezzati e illusioni perdute.

Tratto dal bestseller “L’uomo che metteva in ordine il mondo” dello scrittore svedese Fredrick Backman e remake cinematografico di Mr. Ove, Non così vicino sembra un film realizzato agli inizi degli anni Duemila, con i tempi di un cinema sentimentale ormai perduto e Tom Hanks che caratterizza il suo personaggio con tratti che arrivano da Jack Nicholson e Robert Duvall dove dietro la scorza dura e il carattere intrattabile c’è tutta la sua storia che aspetta di essere raccontata. Inizialmente è troppo legato al film svedese del 2015 dove nella descrizione della quotidianità del protagonista del primo incontro con Marisol e la sua famiglia, c’è una scrittura così netta che non concede spazi.

Poi Non così vicino si scioglie progressivamente, trova il giusto equilibrio tra commedia e dramma (le lezioni di guida, lo scontro con il clown in ospedale) e rimanda alle atmosfere più intime del cinema di Robert Benton e ai magici fantasmi dei film di Brad Silberling che si affacciano nelle scene in cui Otto è davanti la tomba della moglie.

Le visioni dal passato rallentano il film, gli fanno trovare il suo tempo e anche i personaggi secondari prima solo abbozzati (l’amico vicino di casa ormai paralizzato a cui stanno per portare via la casa, la ragazza transgender che ha avuto Sonya come insegnante) riescono ad essere maggiormente definiti e a entrare in sintonia con una storia che racconta una vita normale che ai nostri occhi diventa eccezionale, con tappe dolorose dove una sequenza fondamentale e sulla carta scontata raggiunge una temperatura emotiva altissima trascinata dallo splendido brano di Kate Bush “This Woman’s Work”.

Tim Burton e il suo Big Fish non c’entrano probabilmente nulla. Ma Non così vicino gli parla direttamente e per Tom Hanks è probabilmente tra i suoi film recenti più sentiti. In questa storia familiare ci mette anche un pezzo della sua storia con la moglie Rita Wilson che è, come lui, tra i produttori del film e il figlio Truman che interpreta con bravura Otto da giovane

Simone Emilianiwww.mymovies.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

TRE DI TROPPO [da mer 4 gennaio 2023]

2023-01-18T21:05:18+01:0013 Dicembre 2022|Archivio|

Proiezioni

Mercoledì 11 gennaio: ore 21,00
Venerdì 13 gennaio: ore 21,00
Sabato 14 gennaio: ore 21,00
Domenica 15 gennaio: ore 16,30 – 18,30 – 21,00
Mercoledì 18 gennaio: ore 21,00

Titolo originale: Tre di troppo
Nazione: Italia
Anno: 2022
Genere: Commedia
Durata: 107 min
Regia: Fabio De Luigi
Cast: Fabio De Luigi, Virginia Raffaele, Barbara Chichiarelli, Renato Marchetti, Fabio Balsamo, Marina Rocco, Beatrice Arnera, Valerio Marzi, Greta Santi, Francesco Quezada
Produzione: Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film, Alfred Film
Distribuzione: Warner Bros. Pictures

 

 

 

Trama

Tre di troppo, film diretto da Fabio De Luigi, racconta la storia di Marco (Fabio De Luigi) e Giulia (Virginia Raffaele), una coppia che trascorre la sua vita in modo perfetto. Sono passionali, in forma, alla moda e soprattutto… senza figli. Per loro la vita di coppia può essere vissuta in due modi: all’Inferno con bambini pestiferi che rendono la vita dei genitori un incubo, portandoli all’esasperazione più totale, o in Paradiso, dove le coppie senza figli possono godersi le giornate in tranquillità, in ordine e senza urla o piagnistei. Loro hanno scelto di essere in Paradiso e ne sono fermamente convinti. Inoltre, cercano di distanziarsi dalle coppie di amici che non hanno intrapreso la loro stessa strada e che si ritrovano esauriti dalla loro stessa prole e con una vita matrimoniale sull’orlo del baratro.
Ma il destino ha in serbo per la coppia altri piani: senza alcun motivo, una mattina i due si svegliano con la casa invasa da tre bambini di 10, 9 e 6 anni. Essere la mamma e il papà di tre figli sconvolgerà enormemente le loro esistenze e ogni loro certezza, portata avanti fino ad allora, si sgretolerà in mille pezzi. Marco e Giulia devono trovare un modo per liberarsi dei tre bambini e tornare alla loro tranquilla e spensierata vita, ma come?

Trailer

Recensione

Tre di troppo, Fabio De Luigi e Virginia Raffaele genitori all’improvviso
Esce in sala il 1 gennaio distribuito da Warner Bros. il secondo film diretto dall’attore romagnolo che ne è anche protagonista.

Una coppia convintamente child-free e che mal sopporta anche la genitorialità degli amici, a causa di un sortilegio si ritrova a vestire i panni che mai avrebbe immaginato né voluto: quelli di mamma e papà. Il secondo lungometraggio diretto da Fabio De Luigi è una commedia per tutta la famiglia in uscita a Capodanno. A interpretare i protagonisti della storia sono lo stesso regista nella parte di Marco e Virginia Raffaele nella parte della sua compagna Giulia. Nel cast, tra gli altri, anche Barbara Chichiarelli (Anna),  Renato Marchetti (Carlo) e i piccoli Valerio Marzi (Simeone), Greta Stanchi (Sofia) e Francesco Quezada (Max)

Tre di troppo: Fabio De Luigi esplora la scelta della genitorialità in una commedia per tutta la famiglia
Giulia e Marco sono liberi e quindi felici, e da un giorno all’altro, anzi dalla sera al mattino, piombano nel loro incubo peggiore: una vita condizionata, rallentata, imbrigliata, scolorita dalla presenza non di uno ma di ben tre ragazzini! Come reagiranno alla rivoluzione che rappresenta la presenza di un figlio nella vita dei genitori? Cosa scopriranno che non avrebbero mai immaginato facendo questa esperienza totalizzante che fino ad ora si sono limitati a guardare ( e a giudicare) dal di fuori?

Le premesse di Tre di troppo sono semplici ma intriganti, e danno modo di esplorare, attraverso una commedia adatta a tutta la famiglia, il tema della genitorialità e quello ancor più complesso della scelta di fare o non fare figli.

L’approccio di De Luigi, che nella vita è padre di due bambini, vuole essere il più possibile bipartisan e ci riesce abbastanza bene, mantenendo un equilibrio che si concretizza nell’uso dell’ironia e della satira sociale sia quando si segue la vicenda principale di Marco e Giulia, sottolineando le loro ossessioni da coppia libera e dedita ai piaceri e alle comodità, sia quando si mettono in scena certe esasperazioni tipiche dei genitori di questa epoca, totalmente votati all’ansia e all’accudimento dei propri pargoli, in un modo del tutto sconosciuto alle precedenti generazioni.

La coppia di protagonisti è ben assortita e visibilmente affiatata. Virginia Raffaele, a cui viene cucito addosso per la prima volta un ruolo principale in un film se la cava con gran disinvoltura ed è una Giulia capace di passare credibilmente dal cinismo dell’inizio all’empatia della fine della storia.

Tre di troppo è una commedia che parla di famiglia, ma che può piacere a un pubblico di tutte le età e che trova il modo di affrontare con leggerezza ed equilibrio temi attuali e universali,  con il merito ulteriore di sforzarsi di raccontarli attraverso una narrazione non stucchevole, come invece spesso accade.

Valentina Di Ninowww.today.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

UNA STORIA DI SPORT, UNA SCUOLA DI VITA [14 gen 23]

2023-01-15T14:08:56+01:007 Dicembre 2022|Archivio|

 

Una storia di sport, una scuola di vita. I 70 anni della Polisportiva Juvenilia.

Il titolo del nuovo libro dell’Editrice Il Nuovo Diario Messaggero ben riassume quale sarà il contenuto del volume: non una mera cronaca sportiva, ma una storia fatta di persone, di impegno, di sport e di crescita.

«Ho iniziato a lavorarci nell’estate 2022, dopo la festa che ha celebrato i 70 anni di una delle più importanti e antiche società sportive imolesi – racconta l’autore Giacomo Casadio che, per la realizzazione del libro, si è avvalso della collaborazione di Edoardo Messina, come lui giornalista del nostro settimanale -. Il presidente Maurizio Migliori ci ha suggerito i personaggi più rappresentativi di ieri e oggi da sentire e consultare. Altrettanto hanno fatto don Massimo Martelli e monsignor Gian Luigi Dall’Osso». Una storia, quella raccontata nelle oltre 150 pagine del libro, resa speciale dalle persone che l’hanno creata, cresciuta e amata per più di 70 anni.
Da don Giovanni Vecere al primo presidente Celso Grandi, passando per tutti i ragazzi, i giocatori, gli allenatori, e i dirigenti, tra curiosità, ricordi, emozioni e anche qualche rimpianto. «La speranza è di essere riusciti a rendere onore a una società che ha fatto dell’amicizia, del rispetto e della serietà il suo marchio di fabbrica».

Il libro è disponibile sullo shop online de Il Nuovo Diario (fai click qui) e presso i loro nostri uffici di Imola (via Emilia 77-79).
Per informazioni: 0542-22178 oppure info@nuovodiario.com
È inoltre disponibile presso la parrocchia del Carmine, nella segreteria della società (martedì/giovedì dalle 18 alle 19.30), al Cafè del Grillo (via Emilia 96) e presso il campo Pambera.

BABYLON [da venerdì 20 gennaio 2023]

2023-02-01T21:44:17+01:001 Dicembre 2022|Archivio|

Proiezioni

Mercoledì 25 gennaio: ore 21,00
Venerdì 27 gennaio: ore 21,00
Sabato 28 gennaio: ore 21,00
Domenica 29 gennaio: ore 17,00 – 21,00
Mercoledì 1 febbraio: ore 21,00

Titolo originale: Babylon
Nazione: USA
Anno: 2022
Genere: Drammatico
Durata: 183 min
Regia: Damien Chazelle
Cast: Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo
Produzione: Paramount Pictures
Distribuzione: Eagles Pictures

Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Golden Globes
9 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award

 

 

Trama

Los Angeles, anni ’20 del Novecento.
È l’Epoca d’Oro di Hollywood, regno della sregolatezza, dell’esuberanza e delle folli ambizioni ma è anche un momento cruciale per l’industria cinematografica, con il passaggio dai film muti a quelli sonori. Una rivoluzione che segnerà l’ascesa di nuove stelle e la rovina di vecchie glorie.
Seguiamo le vicende personali e professionali dei quattro protagonisti principali: Manny Torres (Diego Calva), un aspirante attore ispano-americano, che all’inizio si deve accontentare di un lavoro di assistente sul set, Jack Conrad (Brad Pitt), un famoso attore, tra i più pagati a Hollywood, noto per la sua vita privata sregolata, tra feste, divorzi e affari pochi chiari, preoccupato dall’arrivo dal sonoro, che rischia di stroncargli la carriera.
C’è poi la conturbante ma insicura Nellie LaRoy (Margot Robbie), destinata a diventare una stella dall’oggi all’indomani. Per lei la vita dovrebbe essere un party senza fine.
Il quarto protagonista principale di questa storia è Sidney Palmer (Jovan Adepo) un giovane trombettista jazz che ha l’opportunità di iniziare una carriera nel cinema.
Intorno a loro ruotano diversi personaggi, da Elinor St. John (Jean Smart), giornalista specializzata in cronaca scandalistica senza peli sulla lingua, a James McKay (Tobey Maguire) un gangster tossicodipendente in cerca di gloria, da Fay Zhu (Li Jun Li), attrice e cantante spesso protagonista delle sfavillanti serate hollywoodiane, a Irving Thalberg (Max Minghella), uno dei più noti produttori cinematografici degli anni 20 e 30, unico personaggio del film realmente esistito.

Trailer

Intervista al regista
(Andrea Cauti – https://www.agi.it/spettacolo/news/)

Due film in uno, un’opera lunghissima e a tratti magnifica, quella che ha realizzato il regista americano Damien Chazelle, già premio Oscar per ‘La La Land’, che nella sua ultima fatica, ‘Babylon’, in sala dal 19 gennaio per Paramount, ha raccontato alla sua maniera la nascita del cinema in America. La nascita di Hollywood, quando nel deserto di Los Angeles un gruppo di persone ha iniziato a fare cinema in maniera creativa, semplice e assolutamente folle. Una pellicola, interpretata da due superstar in stato di grazia, Brad Pitt e Margot Robbie,  in cui Chazelle non fa sconti a nessuno e ripercorre la strada tracciata da Kenneth Anger nel suo celeberrimo ‘Hollywood Babilonia’, raccontando gli albori del cinema muto e il traumatico passaggio al sonoro che ha spazzato via come uno tsunami i divi dell’epoca, travolti dalla novità.

La pellicola non ha avuto un’accoglienza troppo calorosa ed è stata quasi snobbata nella notte dei Golden Globe (ha vinto solo per la miglior colonna sonora originale a Justin Hurwitz). Il motivo, racconta il regista, è che in America “provocare il risentimento e fa arrabbiare le persone” perché “dà fastidio e fa il contropelo a quel mondo raccontato sempre da Hollywood in superficie” in maniera indulgente se non addirittura idilliaco.

Cosa rappresenta’ Babylon’ per lei?

“Sono felice di portare il film a Roma. Questo film ha preso ispirazione da molte delle opere di Fellini, la ‘Dolce vita’ per esempio. Voglio offrire una panoramica della società di Hollywood: come si lavora e come ci si diverte. Volevo esaminare questo periodo della storia di Hollywood attraverso il prisma del divertimento e del lavoro. Come un ciclo: attraverso i set, attraverso le feste. Alla fine l’obiettivo è di dare l’idea di cosa ci fosse sotto la superficie: speranza, politica, tragedie, sogni infranti, ecc.”.

Si sente più vicino al personaggio di Brad Pitt o a quello di Margot Robbie?

“In ogni personaggio ho tentato di mettere qualcosa che mi riguardi e che è in un certo senso il risultato dell’esperienza di un certo momento. Nello scrivere i personaggi scuramente c’è stato l’eco di alcuni aspetti che mi appartengono. Ho cercato di mettere in ogni personaggio un aspetto personale, ma nulla di diretto. Sono tutti personaggi che mi appartengono, il gruppo di personaggi sono me per qualche aspetto. Era un modo per esprimere me stesso”.

Nel film racconta il mito della Hollywood del cinema muto. Com’è cambiato questo mondo da allora?

“Quello che è andato perduto è la libertà, ma è anche comprensibile. Era esercitata nei primissimi giorni e lo vediamo nei film muti, raccontati e rappresentati in questo film. E’ intrinsecamente legato al fatto che Hollywood era qualcosa di nuovo. Era considerata una forma d’arte volgare, forse neanche una vera forma d’arte. Los Angeles era considerata la città folle, frontiera del Wild West dove i pionieri avevano quello che volevano. Era un’esplosione di creatività. Abbiamo molto da imparare a quel periodo. Oggi a Hollywood c’è tanta paura, conformismo, moralismo puritano. Gli artisti dovrebbero esprimere tutto questo e dovrebbero rivendicare la libertà soppressa. Questa storia lo racconta in forma evolutiva. In questi 15 anni Hollywood è cambiata moltissimo”.

Il film compie un brusco cambiamento negli ultimi 45 minuti, si passa dalla commedia alla tragedia in salsa noir, quasi horror.

“Dall’inizio avevo l’idea era di fare un film che si trasformasse in un altro film anche in termini di ritmo, di genere e di stile. Volevo riflettere il momento in cui la società si trovava. Volevo passare dalla commedia alla tragedia. Man mano che scrivevo la sceneggiatura, però, mi sono reso conto che questo livello di esuberanza della commedia si dovesse trasformare in tragedia, ma mi sono reso conto che non era sufficiente. Per cui ho pensato che servisse qualcosa di molto violento, quasi horror. Così l’apice della festa, del party, è contrapposto alla caduta: dal cielo all’inferno. Un po’ come andare verso l’alto e scendere negli inferi. Nell’ultima parte in cui parliamo degli anni ’50 volevo far vedere allo spettatore una cosa che facesse riflettere su cosa era stato e rappresentasse la sintesi di quello che era avvenuto fino ad allora”.

‘Babylon’ è stato accolto tiepidamente negli Usa, snobbato anche dai Golden Globe (ha vinto solo per la colonna sonora). Andrà meglio in Europa?

“Sapevo che il film avrebbe suscitato determinate reazioni in America. L’idea era di dare fastidio, di fare il contropelo alle persone, provocare il risentimento, far arrabbiare le presone. Questa era la mia aspettativa: realizzare un film controcorrente. Anche per questo ci ho messo tanto tempo a farlo e a trovare chi lo finanziasse. Siamo stati fortunati di trovare a Hollywood un posto dove poterlo girare. Sono anche grato alla Paramount che ha rischiato sapendo che il film era difficile. Sono stati coraggiosi a sostenerlo e non mi hanno mai fatto pressioni. Mi sono sentito libero e protetto, non ho dovuto annacquare o filtrare qualcosa del film. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che si facesse un film che andasse a scavare nel profondo, perché oggi si mostra sempre la patina superficiale quando si parla degli esordi di Hollywood”.

Cosa si augura per il suo film?

“Spero che il film possa trovare il suo pubblico e possa suscitare dibattito, discussione, risvegliare gli animi, non semplicemente scivolare via. Ho fatto questo film sperando che facesse rumore. Ora non mi appartiene più, diventa del pubblico, di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo di dover fare e adesso lo lascio giudicare al pubblico. Io sono contrario a rimaneggiare i film, non mi piace il ‘director’s cut’. E’ come lasciare che un figlio vada via di casa, l’hai creato tu ma ora deve andare con le sue gambe, gli starai sempre vicino ma non ti appartiene più”.

Spieghi perché ha deciso di girare scene piuttosto sgradevoli.

“E importante cercare di mostrare quello che Hollywood è spesso troppo brava a nascondere, a infilare sotto il tappeto. All’epoca il cinema non era visto come oggi, ma qualcosa di criminale, di basso, di volgare, di pornografico. Era parte del Dna dei film mostrare la volgarità, lo sporco se così si può dire. Per andare a rivendicare quegli elementi della reputazione di cui godeva, già nel titolo mi rifaccio a quell’idea – peccato, vizio – descritto e definito, non solo come Babilonia, ma anche altri riferimenti biblici come Sodoma e Gomorra. Hollywood era nata ancor prima di Las Vegas, era il luogo di nascita dell’industria nuova che veniva creata da immigrati, criminali, reietti, persone ai margini della società che vanno a costruire qualcosa nel mezzo del nulla. Corrisponde anche all’idea di questa follia andare a costruire una città nel mezzo del niente. In quanto alle scene sgradevoli, le rivelo che quelle più estreme che ho girato sono state ammorbidite perché se avessi mostrato la realtà dell’epoca, le assicuro che il film non sarebbe mai uscito”.

Come è cambiata la vita con l’Oscar vinto nel 2016 per ‘La La Land’?

“I premi non mi hanno cambiato la vita a livello personale, ma di certo non penso che ci sarebbero stati Studios disponibili a finanziare ‘Babylon’ senza quei premi. Aiutano ad aprire molte porte”.

Qual è stato il suo rapporto con Margot Robbie sul set?

“Margot Robbie è una forza della natura, è disposta a fare tutto. Lei paragona la recitazione a essere un animale: per ogni ruolo che interpreta è come se abitasse in lei un animale. Al contempo è anche un attore di grande disciplina, in grado di girare 12 ciak uno dietro l’altro e di piangere davvero con un occhio solo come fa nel film: ha una grande tecnica, cosa rarissima se combinata al suo essere selvaggia. E’ stato sorprendente lavorare con lei: basta cerare un ambiente in cui si sente al sicuro, supportata. Abbiamo girato e improvviato girando ciak su ciak”.

Qual è a suo giudizio il futuro del cinema al tempo dello streaming?

“Vediamo che il film finisce nel 1952 e, se andiamo a vedere nel contesto, ci rendiamo conto che ci sono molti film dell’epoca che contengono la paura che il cinema stesse morendo. Molti film di quegli anni portano questo timore: che la tv avrebbe sostituito i film in sala. In realtà il cinema non è morto. E’ morto forse il sistema degli Studios che comunque è stato sostituito da qualcos’altro. Io sono ottimista: c’è un continuo ciclo di nascita e morte ma c’è una continua costante evoluzione. Hollywood continua a cambiare, muore e rinasce. Si dice da sempre che il cinema è morto, ha cominciato nel 1892 lo stesso Lumiére. In una gigantografia che ho a casa del 1952 con Marylin Monroe c’è il titolo: il cinema è morto?”

Che ne pensa del 3D in sala?

“Può essere qualcosa di interessante come molti strumenti che il cinema ha usato nel corso dei decenni per fornire allo spettatore un’esperienza diversa. Pensiamo all’avvento del cinemascope, del whitescreen, tutti espedienti per convincere il pubblico a tornare in sala. Ci sono altre cose che arriveranno in futuro. Credo che poi sia responsabilità dell’artista di utilizzare questi strumenti come una novità, non come trucchetti che non aggiungono nulla al valore, cosa che è arrivata invece col suono, col colore, col cinemascope. Il 3D può fare la differenza nelle mani di Cameron che dà un valore estetico, forse meno nelle mani di altri. E’ come un pittore che se ha tanti colori riesce a esprimersi meglio. Si tratta spesso di una transizione difficile. Ricordiamoci che il cinema non è qualcosa di vecchio e invece se paragonato alle altre forme d’arte è giovane e non abbiamo ancora esplorato tutte le possibilità e le innovazioni che può dare”

Andrea Cauti – https://www.agi.it/spettacolo/news/

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

Torna in cima