Proiezioni
Domenica 21 gennaio: ore 18,30
Mercoledì 24 gennaio: ore 21,00
Nazione: Giappone
Anno: 2023
Genere: Animazione, Avventura, Drammatico
Durata: 2 ore 5 minuti
Regia: Hayao Miyazaki
Produzione: Studio Ghibli, Toho, Studio Ponoc
Distribuzione: Lucky Red
Trama
Spinto dal desiderio di rivedere sua madre, Mahito decide di avventurarsi in un regno abitato da creature incredibili e affascinantii; un luogo dove la morte finisce e la vita sembra trovare un nuovo inizio. Il ragazzo e l’airone è una storia sul mistero dell’esistenza e della creazione, un omaggio all’amicizia partorito dalla mente di uno dei più grandi maestri dell’animazione mondiale, Hayao Miyazaki.
Trailer
Recensione
A distanza di dieci anni dall’ultimo lungometraggio – Si alza il vento (2013) – il celebre regista d’animazione giapponese Hayao Miyazaki porta sul grande schermo la sua ultima fatica, che con ogni probabilità sarà anche l’ultima della sua lunga carriera artistica, come affermato da lui stesso. Dopo ben sette anni di lavorazione e dei costi di produzioni piuttosto elevati, lo Studio Ghibli – in collaborazione con Toho e Studio Ponoc – presenta al grande pubblico un’opera che prende spunto dall’infanzia dello stesso regista e dal romanzo E voi come vivrete?, opera del 1937 scritta da Genzabur? Yoshino.
Sebbene nella versione originale il film è intitolato proprio come il romanzo suddetto, la storia non ne riprende affatto la trama, ma bensì le sue tematiche. La colonna sonora è stata realizzata dal compositore giapponese Joe Hisaishi, che segna così la sua undicesima collaborazione con Hayao Miyazaki: sono note le sue musiche per Il mio vicino Totoro (1988) e Il castello errante di Howl (2004).
L’uscita in Giappone del film non è stata preceduta da alcun tipo di campagna promozionale: nonostante ciò l’opera ha riscosso un successo incredibile fra il pubblico, incassando oltre settanta milioni di dollari. Il ragazzo e l’airone è stato scelto come film d’apertura al Toronto International Film Festival 2023, dove è stato preceduto da un’introduzione di Guillermo del Toro.
Hayao Miyazaki ha cambiato idea, è tornato dalla pensione per donare a suo nipote e a noi Il ragazzo e l’airone. La nostra recensione e le nostre riflessioni sul nuovo anime dello Studio Ghibli.
In Giappone nella fine degli anni Trenta, il giovanissimo Mahito ha perso sua madre durante la guerra e ha lasciato Tokyo per la provincia rurale, in compagnia di suo padre, che sta per sposare la sorella della defunta. Esplorando i dintorni, Mahito scopre una torre misteriosa che è un portale verso un altro mondo, con più di un legame tuttavia con la realtà, compresa la sua.
Dopo Si alza il vento, che doveva essere nel 2013 il suo commiato dal cinema, Hayao Miyazaki non ha resistito molto da pensionato forzato: lo ritroviamo oggi insieme al suo Studio Ghibli, a 82 anni, forse per salutarci definitivamente con questo Il ragazzo e l’airone. Sarebbe lecito a questo punto non credergli fino in fondo, però ci sono buoni motivi adesso per riconoscere un reale sipario in questo anime, che sintetizza la gran parte delle caratteristiche del suo cinema, in particolare quelle più visionarie e immaginifiche.
Il controllo formale del film è finalizzato, come spesso è accaduto con Miyazaki, a favorire una vera abitabilità dell’esperienza cinematografica: lo spazio dell’inquadratura diventa ospitale, indugiando quanto basta sui fondali acquerellati che definiscono un mondo, ora con dettagli storicamente meticolosi (si osservino gli interni), ora con suggerimenti al limite dell’impressionismo negli esterni.
Ossessiva, nel ritmo di montaggio non convenzionale che sfida il rischio di tempi morti (non sempre evitandoli: un prezzo da pagare), è l’attenzione al sonoro che dà tangibilità a queste ambientazioni: tutto l’incipit del film è praticamente narrato dai movimenti di Mahito su diverse superfici e attraverso diversi ambienti, quasi ritrovassimo nell’eco di quei passi, di quegli inciampi, di quell’acqua, di quel materasso, la nostra esplorazione fisica di questo mondo alternativo. Al decollo della fantasia, la colonna sonora di Joe Hisaishi le dà ancora una volta voce, per andare lì dove i dialoghi e i rumori del reale non possono arrivare.
Insomma, chi cerchi l’Hayao Miyazaki classico in Il ragazzo e l’airone lo troverà, con tutti i suoi sprazzi grotteschi che hanno radici fiabesche lontane (le sette governanti sono un evidente omaggio ai sette nani, icone che immediatamente confermano l’affacciarsi del fantastico nella dura esistenza di Mahito).
Ma questa volta c’è qualcos’altro.
Abbiamo avuto modo spesso negli anni di notare, tramite interviste o resoconti di terzi, come Miyazaki non si sia mai risparmiato severità verso se stesso, suo figlio Goro o l’arte dell’animazione in generale, vissuta con meticolosità e rigore. Un atteggiamento perfettamente coerente con quella necessità di annunciare il proprio ritiro, azzerando ogni tipo di autoindulgenza.
L’esistenza stessa di Il ragazzo e l’airone a questo punto suonerebbe come una contraddizione, perché sembra andare contro questa volontà di risolvere il proprio rapporto con l’arte e con il pubblico. In realtà, dopo aver visto il film, si tocca con mano il motivo del dietrofront: era molto più coerente affidare questa risoluzione, questo commiato, a un film, piuttosto che a interviste o agenzie di stampa. Qualcosa era rimasto in sospeso: a salutarci doveva essere una storia, che per una volta non è abitata solo dal pubblico, ma dallo stesso autore. Sì, perché è difficile non pensare che l’anziano antenato di Mahito della storia, rimasto prigioniero di questo mondo alternativo, suo demiurgo, sia a tutti gli effetti proprio Hayao: c’è qualcosa di molto intimo nel modo in cui confida la sua sempre più faticosa difficoltà con cui lo tiene in piedi, ansioso di trasmettere un’eredità… che forse è intrasmettibile.
Il ragazzo e l’airone innalza l’arte (grafica, cinematografica, letteraria) a origine di tutto, della stessa vita, in un corto circuito tra procreazione e creazione artistica, in un annullamento – seppure provvisorio – delle distanze che il tempo impone a genitori e figli, a nuove e vecchie generazioni. Un messaggio potente quello che Hayao ha detto di voler dedicare a suo nipote, ma anche una considerazione saggia. Perché l’innalzamento, con dolcezza struggente, è tutt’altro che granitico, anzi: è destinato a lasciare spazio non solo a nuovi immaginari, nuove vite e nuove creazioni, ma anche alla natura stessa che da sempre era stata fonte d’ispirazione di quell’arte, e che ora merita di riavere indietro le sue creature.
Nella complessa stratificazione di rimandi e significati di Il ragazzo e l’airone ci si può perdere, ci si può anche annoiare occasionalmente per una struttura slegata di stampo carrolliano (non è sacrilego ammetterlo), ma non si perde mai la riconoscenza per essere stimolati nella nostra curiosità. Hayao Miyazaki non è solo un autore che si prende sul serio, ma pretende che prendiamo sul serio noi stessi, nel ruolo di spettatori e spettatrici.
Ci mancherà.
Domenico Misciagna – www.comingsoon.it
Prezzi
BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00
• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)
BIGLIETTO OMAGGIO
ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’