Proiezioni
Mercoledì 29 maggio: ore 21,00
Titolo originale: The Goldman Case
Nazione: Francia
Anno: 2023
Genere: Drammatico
Durata: 1 ora 55 minuti
Regia: Cédric Kahn
Cast: Arieh Worthalter, Arturo Harari, Stéphan Guérin-Tillié, Nicolas Briançon
Produzione: Moonshaker, Tropdebonheur Prods
Distribuzione: Movie Inspired
Premi
8 candidature e 1 premio ai Cesar
5 candidature e 1 premio Lumiere Awards
Trama
Nel novembre del 1975 inizia il secondo processo a Pierre Goldman, attivista di estrema sinistra condannato in primo grado all’ergastolo per quattro rapine a mano armata, una delle quali ha causato la morte di due farmacisti. In secondo appello, Goldman sostiene la sua innocenza e, in poche settimane, diventa un’icona della sinistra intellettuale. Alla difesa c’e? il giovane avvocato Georges Kiejman, ma il rapporto con il suo assistito presto si fa teso. Goldman, sfuggente e provocatorio, rischia la pena di morte e rende incerto l’esito del processo.
Attivista politico, autore di rapine a mano armata, icona letteraria, figlio dell’Olocausto… Il processo a Pierre Goldman e? un universo a se?, un caso molto piu? grande dell’aula di un tribunale…
Trailer
Recensione
UN’OPERA ASCIUTTA E TESA AFFIDATA ALLA FURIOSA E CARISMATICA INTERPRETAZIONE DEL SUO PROTAGONISTA
La storia vera del secondo processo a cui fu soggetto Pierre Goldman, militante della sinistra estrema francese nel 1975. Accusato di reati multipli, Goldman ammette tutti i capi d’accusa con la veemente eccezione di quelli per omicidio, per i quali non solo si proclama innocente ma si scaglia polemicamente contro tutto e tutti nell’aula di tribunale, rifiutando qualunque caratterizzazione moralistica della sua difficile vita.
Regista e attore ormai veterano del circuito francese, e spesso sensibile all’ispirazione letteraria, Cédric Kahn estrae dalla cronaca anni settanta uno dei suoi film più tesi e meglio riusciti, riportando in auge la figura dell’attivista Pierre Goldman e del suo processo per omicidio.
L’elemento letterario rimane comunque presente, visto che Goldman si fa conoscere (anche da Kahn stesso) per il libro “Memorie oscure di un ebreo polacco nato in Francia”; e del resto questo thriller serrato – intrappolato in modo asfissiante nell’aula giudiziaria – è soprattutto un’opera sul linguaggio e sulla meta-drammaturgia in cui l’universo legale spesso si rifugia.
Le procès Goldman arriva a breve distanza dal grande successo di Saint Omer di Alice Diop, titolo che gli è vicino per come testa i limiti tanto della forma del processo cinematografico quanto quella del processo tout court: in entrambi i casi non c’è in ballo solo l’esito legale, ma la narrativizzazione (a volte perniciosa, e sempre irresistibile) della persona come arma della contesa e come chiave interpretativa di ambigui temi sociali, razziali e politici. La cronaca giudiziaria in Francia è del resto un genere letterario e giornalistico di straordinaria longevità, ed è a questa tradizione che Goldman obietta quando, in apertura del processo, rifiuta di parlare di sé e della propria vita in cerca di pathos e di racconto. “Sono innocente perché sono innocente” dice, tautologia assoluta che dichiara guerra in un sol colpo all’apparato legale e culturale di un paese intero.
È l’inizio di un racconto fatto di sguardi incrociati in una stanza affollata (di poliziotti ma anche di sostenitori di Goldman, un coro greco di reazioni che testimoniano del valore politico del personaggio), che si chiuderà con il verdetto senza concedere nulla al mondo esterno, mentre la rabbia iconoclasta del protagonista non risparmia nemmeno il suo stesso avvocato. Alla figura di quest’ultimo (Georges Kiejman, interpretato da Arthur Harari) viene affidato un breve ma significativo incipit che mette da subito in tensione l’elemento dell’ebraismo di Goldman con il sistema da cui si sente perseguitato, arrivando a equiparare la popolazione ebrea con quella di colore in Francia (e creando così un altro ponte con Saint Omer, che a distanza di decenni riprende il discorso).
Un’opera dai risvolti tanto complessi – eppur così asciutta nel ritmo e nella struttura – si poggia naturalmente sulla furiosa e carismatica interpretazione di Arieh Worthalter, attore belga il cui talento camaleontico viene finalmente premiato con un ruolo di primo piano. Era il padre della protagonista in Girl di Lukas Dhont, e forniva una prova diametralmente opposta al suo Goldman in Rien à perdre al fianco di Virginie Efira. Ora è insieme mattatore e sabotatore, uomo animato dalla contraddizione, e personaggio cinematografico dal magnetismo innegabile.
Tommaso Tocci – mymovies.it
Prezzi
BIGLIETTO INTERO € 7,50
BIGLIETTO RIDOTTO € 6,00
_ BAMBINI da 4 a 12 anni
_ ADULTI oltre 60 anni
_ PORTATORI DI HANDICAP
_ GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
_ MILITARI
_ TITOLARI tessera ANEC – UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo)
_ il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
_ il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura Area Metropolitana di Bologna
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)
BIGLIETTO OMAGGIO
ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’