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Mantova – Festival del cinema d’essai 2022

2022-10-09T15:33:47+02:0018 Agosto 2022|Approfondimenti|

I nostri Lucia e Davide ci raccontano le impressioni dell’appuntamento annuale del Festival del cinema d’essai 2002 di Mantova.
Il tutto è accompagnato da alcuni scatti della manifestazione. Grazie ragazzi!

“Mantova  Festival del cinema d’essai 2022- mai come quest’anno si assiste al rilancio del cinema di spessore, tanti titoli interessanti emozionanti e coinvolgenti. Il pubblico non potrà resistere dal ritorno in sala.

  • Playground di Lara Wandel – Belgio 

Il patto del silenzio. Una bambina é costretta ad affrontare la situazione che si crea attorno al fratello, vittima di bullismo. Interamente incentrato in soggettiva sulla bambina e nella sua esperienza all’interno della scuola, costringe lo spettatore a seguirla nella cacofonia degli ambienti scolastici e delle stesse emozioni che in lei vivono e si scontrano.

  • Brado di Kim Rossi Stuart – Italia 

Immersi nella campagna italiana, la vita dura in un ranch disastrato, il rapporto tra padre e  figlio, uno splendido cavallo, tutti da recuperare.

L’attore e regista presente in sala ha raccontato come il film sia stato tratto da un racconto da lui stesso pubblicato qualche anno fa e in qualche modo anche autobiografico in quanto lui stesso cresciuto in una realtà simile a quella raccontata.

  • La Ligne di Ursula Meier – Francia/Belgio/Svizzera 

La linea invisibile

La rissa tra madre e figlia e la denuncia proca la decisione di allontanamento oltre i 100mt da parte del giudice. Un confine legale che diventa fisico ed emotivo separa la famiglia.

  • L’amore secondo Dalva di Emmanuel Nicot – Francia/Belgio

Una bambina vittima del plagio del padre pedofilo, riscopre la vita.

Lo spettatore vive emozioni che spingono ad una riflessione profonda.

Bravissima la giovane interprete.

  • Sergio Leone l’italiano che inventò l’America di Francesco Zippel  – Italia

Cinedocumentario sul regista che non ha bisogno di presentazioni, che più di ogni altro ha popolato l’immaginazione delle generazioni degli anni 70 e 80.

  • L’innocente di Louis Garrel- Francia

Il rapporto tra un figlio e la madre che, lavorando in carcere, si innamora di un galeotto. Divertente commedia dai toni leggeri, assolutamente gradevole.

  • Miracle: lettere al presidente di Lee Jang Hoo – Corea del Sud 

Un piccolo paesino raggiungibile solo camminando lungo la ferrovia, i cui abitanti, per spostarsi, sono costretti a correre il rischio di essere investiti.

Lì vive un ragazzo che scrive lettere presidente, chiedendo che venga realizzata una stazione ferroviaria.

Dolce e carica di innocenza, la trama coinvolge lo spettatore in modo profondo.

  • L’origine du male di Sèbastian Marinier – Francia/Canada

Stéphane, una ragazza che vive da operaia, decide di andare a conoscere il padre, ricco e che vive in contrasto con la sua famiglia. Un trhiller ricco di particolare e di colpi di scena, capace di mantenere la tensione fino all’ultima scena.

  • Gli spiriti dell’isola di Martin McDonald – Irlanda/Regno Unito/Usa

In una piccola isola irlandese scorrono le vite grame dei protagonisti, un uomo e sua sorella. Bellissima la fotografia

  • Tort e Lokira di Jean Pierre e Luc Dardennne – Francia/Belgio

Due profughi, una ragazza e un bambino, cercano il riscatto in Belgio.

Il loro amore fraterno e la loro “normalità” commuovono fino all’ultima scena.

  • Nessuno deve sapere di Bouli Lanners – Francia/Belgio/Regno Unito

Un isola scozzese e un uomo che perde la memoria, la riscoperta di se in un ambiente brullo, dall’aspetto ostile seppur carico di fascino visivo.

  • Ragazzacccio di Paolo Ruffini – Italia

Un ragazzino, pluribocciato, il bullo della classe, vive il periodo della pandemia Covid toccando i punti più bassi consentiti dalla situazione in corso.

  • The quiet girl di Colm Bairead – Irlanda

Una bambina silenziosa e difficile in una famiglia in difficoltà viene mandata da lontani parenti per il periodo estivo.  Delicato e toccante accompagnato da una fotografia bellissima e attenta ai più piccoli dettagli.

  • Acqua e anice di Corrado Ceron – Italia

Olimpia, una star del liscio degli anni 70,  frequenta lo stabilimento balneare dove lavora la mite Maria. La ingaggerà come autista per un viaggio allegro, malinconico e carico di sentimenti.

  • Ninjababy di Yngvild Sve Flikke – Norvegia 

Una ragazza dalla vita folle scopre di essere incinta. Una sequenza di situazioni improbabili in un mix comico  e carico di dolcezza.”


VENEZIA 2022 – 79a Mostra del Cinema

2022-09-20T21:07:58+02:0017 Agosto 2022|Approfondimenti|

Anche quest’anno Cinema DONFIORENTINI presente alla rassegna di Venezia con le nostre preziose inviate Anna Franceschelli ed Irene Gambetti!

 

Di seguito il resoconto completo di Anna, le sue pagelle ed alcune belle immagini scattate dall’autrice.

“Anche quest’anno il cinema ci ha regalato la Mostra di Venezia, la numero 79, a 90 anni dalla prima edizione. Finalmente senza restrizioni, ma con le misure di prudenza e sicurezza per i numerosissimi spettatori. Finalmente si è rivisto anche il red carpet e i ragazzi che fino dal mattino aspettavano i loro beniamini. Grazie al Don Fiorentini abbiamo potuto fare l’accredito ed assistere a diverse proiezioni.

Devo dire che i nostri tentativi di accedere alle sale tramite le prenotazioni on line sono stati quest’anno veramente difficoltosi , il sistema è veramente complesso, ma per lo più la nostra pazienza davanti al pc o al cellulare per ore è stata premiata.

Ogni edizione ha uno o più temi trasversali di sottofondo, sicuramente il principale è stato la ricerca di un’identità, declinato in molte maniere : il furto di quella altrui; l’ individuazione sofferta o gioiosa di una appartenenza; la scoperta di una diversità ingestibile e disturbante; il bilancio di esistenze  mascherate in ruoli non autentici… I drammi antichi e moderni che uomini e donne portano con sè , nel proprio intimo, nelle piccole comunità familiari e nelle scelte di madri e padri. Temi pirandelliani e topici che toccano sempre. Forse, per alcune pellicole, eccessivamente enfatizzati per incontrare il gusto del pubblico, ma anche questo è cinema.

Poi i conflitti e quanto essi  stravolgano  le nostre vite, anche lontani, l’ambiente, il clima  e i suoi cambiamenti,  la diffusione di malattie sconosciute  con sguardi talvolta catastrofici, ma non così lontani dai disastri che la realtà del mondo attuale ci pone continuamente davanti .

Particolarmente apprezzati i film ispirati a biografie e autobiografie di personaggi iconici del nostro tempo e le due pellicole dedicate alla dimensione del ” sacro”, attuali e originali  molto sentite dai registi, lo si è percepito, e dal pubblico.

Sicuramente anche  la lezione dei grandi registi del passato ( Fellini, Kubrick, Lucas, per citarne alcuni …) trapela nelle pellicole di alcuni grandi nomi passati dalla Mostra, ma nelle Arti l’immaginario si riproduce spesso, saranno gli spettatori in sala a formulare il loro giudizio.

In conclusione una gran bella festa comunque, nutrita dall’impegno di chi lavora nel settore e dalla fantasia, dall’immaginazione  e dalla passione che anche quest’anno accomuna tante persone diverse…

Buone visioni!”

                              Anna


Luca Argentero

Ignazio Oliva

 

Princess

Ricky Tognazzi

Sakura Andô

 


“Premesso che non sono un critico cinematografico , ma solo una modesta appassionata…vi giro le mie valutazioni sui film che ho visto.  Vado in ordine cronologico delle mie visioni:”

White Noise – voto 7

Princess – voto 9

Tar – voto 6

Riget Exodus ( The kingdom Exodus part 1) – voto 8

Bardo,  falsa cronica de unas quantas verdades – voto 5

Vera – voto 9

El Akhira. La derniere Reine – voto 7

Padre Pio – voto 9

Bones and all – voto 6

Monica – voto 5

Aru Otoco ( A man ) – voto 8

L’ origine du mal – voto 9

Master Gardener – voto 9

Argentina – voto 10

Anhell69 – voto 7

Gli ultimi giorni dell’umanità – voto 10

Siccità – voto 4

Blonde – voto 9

St. Omer – voto 10

Les Miens – voto 8

Chiara – voto 9

The matchmaker – voto 9

Hanging garden – voto 6

Bread and salt – voto 8

The hanging sun – voto 9

 

I TUTTOFARE [da venerdì 10 giugno 2022]

2022-06-16T23:30:02+02:006 Giugno 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 10 giugno: ore 21,00
Sabato 11 giugno: ore 21,00
Domenica 12 giugno: ore 21,00
Mercoledì 15 giugno: ore 21,00

N.B.: Capienza 100%. mascherina FFP2 obbligatoria.

 

 

 

 

 

 

Titolo originale: Sis dies corrents
Nazione: Spagna
Anno: 2021
Genere: Commedia
Durata: 120 min
Regia: Neus Ballús
Cast: Mohamed Mellali, Valero Escolar, Pep Sarrà
Produzione: Miriam Portè per Distinto Films, El Kinògraf
Distribuzione: Academy Two

Trama

Una settimana nella vita di Moha, Valero e Pep, lavoratori in una piccola azienda di riparazioni alla periferia di Barcellona: sono coloro che entrano in casa tua e aggiustano ciò che è rotto. Moha, il più giovane, è in prova per una settimana. È timido ma si comporta sorprendentemente bene con i clienti. Moha dovrebbe sostituire Pep, che sta per andare in pensione. Ma Valero non è affatto a suo agio con il ritiro di Pep, dubita che Moha possa prendere il suo posto e pensa che i clienti non accetteranno facilmente un lavoratore marocchino. Forse sei giorni non bastano per far cambiare qualcuno e per fargli superare i suoi pregiudizi. Forse è troppo poco tempo per costruire un’amicizia. Ma forse è sufficiente per scoprire che dobbiamo imparare a vivere insieme.

Trailer

Recensione

Debutta il 9 giugno con Academy 2 nei cinema italiani il film diretto da Neus Ballús che nel 2021 è valso il premio come miglior attore del Festival di Locarno ai due protagonisti Mohamed Mellali e Valero Escolar.

Presentato in prima mondiale al Festival di Locarno 2021, dove ha portato a casa il Pardo d’oro per la miglior interpretazione maschile assegnato ai due protagonisti, Mohamed Mellali e Valero Escolar, I Tuttofare debutterà nei cinema italiani il 9 giugno distribuito da Academy 2, dopo un’anteprima nazionale nel contesto del Bellaria Film Festival, da quest’anno diretto da Daniela Persico.

Diretto dalla regista catalana Neus Ballús, che l’ha anche scritto assieme a Margarita Melgar, il film – che batte bandiera produttiva spagnola e francese – racconta una settimana nella vita di Moha, Valero e Pep (interpretati rispettivamente da Mellali, Escolar e Pep Sarrà), lavoratori in una piccola azienda di riparazioni alla periferia di Barcellona, specializzati nell’entrare in casa e aggiustare tutto ciò che è rotto.

Secondo la sinossi ufficiale del film, “Moha, il più giovane, è in prova per una settimana. È timido ma si comporta sorprendentemente bene con i clienti e dovrebbe sostituire Pep che sta per andare in pensione. Ma Valero non è affatto a suo agio con il ritiro di Pep, dubita che Moha possa prendere il suo posto e pensa che i clienti non accetteranno facilmente un lavoratore marocchino. Forse sei giorni non bastano per far cambiare qualcuno e per fargli superare i pregiudizi. Forse è troppo poco tempo per costruire un’amicizia. Ma forse è un tempo sufficiente per scoprire che dobbiamo imparare a vivere insieme: un piccolo passo per un idraulico ma un grande passo per l’umanità”.

Il film ha vinto quattro Gaudí Awards (gli Oscar catalani), compresi quelli per il miglior film e la miglior regia, su un totale di dieci candidature.

Federico Gironi – www.comingsoon.it

Note

– ENTRAMBI GLI ATTORI PROTAGONISTI, MOHAMED MELLALI E VALERO ESCOLAR, SONO ESORDIENTI.

– PRESENTATO AL 74. FESTIVAL DI LOCARNO (2021).

– PARDO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE (MOHAMED MELLALI, VALERO ESCOLAR) AL 74. LOCARNO FILM FESTIVAL (2021).

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,00
BIGLIETTO RIDOTTO € 5,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

BIGLIETTO OMAGGIO

ACCOMPAGNATORE DI PORTATORE DI HANDICAP
BAMBINI fino a 3 anni
POSSESSORI DI TESSERA DEGLI ESERCENTI SALA CINEMATOGRAFICA (AGIS-ACEC, AGIS-ANEC, ANEM..)
POSSESSORI DI TESSERA ‘EUROPA CINEMAS’

ALCARRAS – L’ultimo raccolto [da venerdì 17 giugno]

2022-06-28T09:06:53+02:002 Giugno 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 17 giugno: ore 21,00
Sabato 18 giugno: ore 21,00
Domenica 19 giugno: ore 21,00
Mercoledì 22 giugno: ore 21,00

da Giovedì 23 giugno: CHIUSURA ESTIVA

N.B.: Capienza 100%. mascherina FFP2 obbligatoria.

PREMIO ORSO D’ORO 2022 Berlino

 

Titolo originale: Alcarràs
Nazione: Spagna, Italia
Anno: 2022
Genere: Drammatico
Durata: 120 min
Regia: Carla Simón
Cast: Jordi Pujol Dolcet, Anna Otin, Xènia Roset, Albert Bosch, Ainet Jounou
Produzione: María Zamora, Stefan Schmitz, Tono Folguera e Sergi Moreno
Distribuzione: I Wonder Pictures

Trama

Alcarràs, un piccolo villaggio della Catalogna. Da quando ne ha memoria, la famiglia Solé vive del frutto di una terra che non è la sua ma a cui dedica tutti i propri sforzi. Il raccolto di quest’anno, però, potrebbe essere l’ultimo: il proprietario del terreno ha nuovi piani per il frutteto, i peschi devono far posto ai pannelli fotovoltaici. L’imminente abbattimento degli alberi di cui si sono presi cura per tutta la vita provoca una profonda spaccatura all’interno della grande famiglia, che per la prima volta si trova ad affrontare un futuro incerto, rischiando di perdere qualcosa di persino più prezioso della propria casa.

Trailer

Recensione

Orso d’Oro alla settantaduesima Berlinale, l’opera seconda della catalana Carla Simón – coprodotta dall’Italia – è un dramma naturalista e garbato che avvince

Orso d’Oro alla settantaduesima Berlinale, Alcarràs conferma quanto di buono Estate 1993 (2017), l’acclamato esordio della catalana Carla Simón aveva già rivelato: uno sguardo registico sensibile e preciso, una scrittura narrativa fluida e diretta, anche allorché si appoggia sul non detto, e un’eccellente direzione attoriale capace di orchestrare con assoluta armonia i contributi di non professionisti di tutte le età.

Il teatro dell’azione, che dà titolo al film co-prodotto dall’Italia con Giovanni Pompili per Kino Produzioni, è Alcarràs, una località rurale della Catalogna, dove la famiglia dei protagonisti è da generazioni dedita alla coltivazione delle pesche. Mentre nei frutteti, sotto il sole bruciante dell’estate, si consumano i rituali del raccolto, all’orizzonte si profilano segnali preoccupanti per il futuro. Da un lato, l’anziano patriarca non riesce a produrre documenti scritti che comprovino accordi verbali in essere da decenni tra la sua famiglia e quella dei proprietari terrieri che hanno loro affittato i terreni che coltivano. Dall’altro, Qumet, figlio del patriarca e attuale guida della famiglia, non si rassegna all’idea che la coltivazione delle pesche a cui ha dedicato la vita sia rimpiazzata da complessi di pannelli solari, come vorrebbe l’erede della famiglia dei proprietari. In questo contesto di latente e inesplosa tensione, la generazione più giovane della famiglia vive una stagione di maturazione: il maggior Roger aiuta il padre nel lavoro, cercando la sua approvazione e incontrando invece continui rimproveri, la quasi adolescente Mariona osserva e ascolta quanto la circonda con apparente impassibilità, mentre si prepara ad uno spettacolo di ballo per la festa di paese, mentre la piccola Iris vede i propri giochi infantili con i cugini gemelli Pau e Pere bruscamente interrotti dalle crescenti ostilità tra i familiari adulti.

Carla Simón sceglie di non privilegiare un singolo punto di vista sulla vicenda. Affida invece equamente le redini del racconto ai suoi personaggi, con una predilezione per ragazzi e bambini. Ne discende un andamento trattenuto, che evita svarioni drammatici, mantenendo una cristallina trasparenza della progressione drammaturgica. Per alcuni, questa delicatezza potrà sembrare  mancanza di polso. Ma il naturalismo e la semplicità con cui Carla Simón rende partecipi di una realtà a cui è prossima (lei e la sua famiglia sono originari di quelle terre) porta lo spettatore ad amalgamarsi progressivamente con gli spazi e il lavoro che illustra. E quietamente, porta a condividere appieno il silenzio e gli sguardi che soggiaciono al dramma trattenuto che si consuma nel finale.

Paolo Bertolin – www.cinematografo.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,00
BIGLIETTO RIDOTTO € 5,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
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• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
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a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
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TOP GUN – MAVERICK [da sabato 21 maggio]

2022-06-08T22:13:15+02:0020 Maggio 2022|Archivio|

Proiezioni

Mercoledì 1 giugno: ore 21,00
Giovedì 2 giugno: ore 18,30 – 21,00
Venerdì 2 giugno: ore 21,00
Sabato 4 giugno: ore 21,00
Domenica 5 giugno: ore 18,30 – 21,00
Mercoledì 8 giugno: ore 21,00

N.B.: Capienza 100%. mascherina FFP2 obbligatoria.

 

 

 

Titolo originale: Top Gun – Maverick
Nazione: USA
Anno: 2022
Genere: Azione
Durata: 131 min
Regia: Joseph Kosinski
Cast: Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Val Kilmer, Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman, Ed Harris, Manny Jacinto, Jean Louisa Kelly, Jay Ellis, Bashir Salahuddin, Monica Barbaro, Peter Mark Kendall
Produzione: Jerry Bruckheimer Films, Paramount Pictures, Skydance Media
Distribuzione: Eagle Pictures / Paramount Pictures Italia

Trama

Top Gun: Maverick, il film diretto da Joseph Kosinski, è il sequel dello storico Top Gun del 1986, interpretato ancora una volta dall’inossidabile Tom Cruise nel ruolo di Pete “Maverick” Mitchell, coraggioso e scapestrato pilota di caccia, amante del pericolo e delle motociclette.
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell, tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei.
Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

Trailer

Recensione

Ha fatto bene Paramount a tenere duro e resistere alle sirene di Netflix e Apple durante la pandemia. Perché sì, durante il lungo periodo di lockdown in cui i cinema di tutto il mondo erano chiusi, gli studios avevano tanti film “fermi”, la cui uscita rimandata è costata milioni di dollari. Si sono fatte avanti le piattaforme di streaming, con i loro budget milionari e una serie inestinguibile di nuovi contenuti da proporre a un pubblico bloccato a casa per settimane. Paramount è stato uno dei pochi studios a cedere parecchi pezzi del suo catalogo alle piattaforme streaming, ma su Top Gun ha rimandato al mittente proposte che, si dice, fossero da capogiro.

Ha fatto bene, perché nessuno né allora né oggi ha per le mani un film come Top Gun e una star come Tom Cruise, per non parlare di una produzione vecchia maniera gestita da una leggenda come Jerry Bruckheimer. Top Gun: Maverick è un alieno anche dentro lo stesso catalogo Paramount, che sta riscuotendo un costante ma silenzioso successo con le sue uscite cinematografiche con una strategia tutta fatta di film di media portata, medio budget e medie aspettative, che diventano successi commerciali anche con un box office discreto, sotto i cento milioni di euro.

Top Gun: Maverick è l’esatto opposto. È un film gigantesco, maestoso, imponente, che fa sembrare econome le mega-produzioni dei supereroi di Warner Bros e Marvel Studios. Per il ritorno di Maverick a bordo dei fighter non si è badato a spese: il risultato è un film che fa capire la netta distanza tra i blockbuster di ieri e di oggi, che sembra quasi venire da un’altra epoca. Una che in tanti rimpiangono.

Top Gun: Maverick: cosa è cambiato dal 1986 ad oggi
Top Gun segna la differenza con il cinema odierno sin dal suo approccio. Non punta ad essere il più trasversale e inclusivo possibile, ma al contrario ha come scopo quello di fare felici quanti sono genuinamente interessati al ritorno di Maverick sul grande schermo. Nei primi test con il pubblico ha suscitato entusiasmi soprattutto tra il pubblico maschile e nella generazione boomer.

Non è una sorpresa e tutto sommato non è nemmeno uno sbaglio, anzi. Il che non vuol dire che la sceneggiatura del sequel di Top Gun ignori completamente la sensibilità contemporanea. Anzi, forse era più conservatore e passatista il primo film. Qualche accenno di modernità c’è, ma il livello di motori, rombi assordanti, testosterone, blue jeans e sogno americano non è mai troppo basso.

In questa pellicola troviamo un Maverick invecchiato e decisamente più maturo, costretto a fare i conti con il tempo che passa e la tecnologia che avanza. I droni sembrano destinati a prendere il posto dei piloti: è finito il tempo dei top gun, nei film e nella vita reale? Forse, ma Maverick mette in piedi un’autentica missione suicida che guarda caso può essere portata a termine solo tornando sui vecchi F-18, solo puntando sulla giovane elite di piloti e chiedendo all’uomo dei miracoli Maverick di fare loro da maestro. Tenerlo a terra si dimostrerà una missione impossibile, in un film con una trama dai presupposti abbastanza labili.

Tom Cruise è l’anima di Top Gun, ancora una volta
Alla fine anche un uomo randagio e solitario come Maverick ha messo la testa a posto, ma mantenendo una carriera incredibilmente longeva a bordo dei fighter e riuscendo persino a espiare agli errori passati, in un film che introduce moltissimi nuovi personaggi ma non fa mai l’errore di metterlo in un angolo.

Top Gun 2 è soprattutto il film di Maverick, alle prese con gli strascichi del passato, con la necessità di lasciarselo alle spalle e, forse per la prima volta, pensare al futuro, lontano dai fighter, con i piedi ben saldi a terra.

Nel film a lui dedicato c’è ampio spazio per fargli testare i propri limiti di pilota, con lunghissime sequenze a bordo dei fighter, incomparabilmente più complesse e spettacolari rispetto al film originale, di cui si tenta di rievocare lo spirito spensierato, sognatore. Forse è questo il grande pregio di Top Gun Maverick: cogliere al volo l’occasione di far rivivere un’epoca ormai lontanissima, forse per l’ultima volta in maniera acritica, con un pizzico di nostalgia e l’encomiabile capacità di creare una sorta di bolla in cui le ansie e lo spirito del presente non fanno mai capolino. È un pop corn movie d’altri tempi, che riesce a far rivivere un’epoca lontana senza sembrare passatista.

Il merito è principalmente di Tom Cruise, uno dei pochi sopravvissuti dello star system anni ‘80 con il suo divismo più o meno intatto e con l’enorme carisma necessario per tenere in piedi il cinema come puro escapismo, divertimento ad alto voltaggio e con enorme leggerezza. Giova anche che ci sia al suo fianco Joseph Kosinski, un regista che ama dirigerlo e che sa come infondere di spirito americano un blockbuster ricco di azione e di dramma.

Lidia Doardo – gamesurf.tiscali.it

Prezzi

BIGLIETTO INTERO € 7,00
BIGLIETTO RIDOTTO € 5,00

• BAMBINI da 4 a 12 anni
• ADULTI oltre 60 anni
• PORTATORI DI HANDICAP
• GIORNALISTA, dietro presentazione di tesserino
• MILITARI
• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

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Solidarietà all’Ucraina [ACEC, UNIC, Caritas]

2022-09-12T20:58:13+02:0026 Aprile 2022|Archivio|

Ci uniamo all’UNIC (Unione Internazionale dei Cinema) ed all’ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema – Sale della Comunità) nell’esprimere solidarietà a tutto il popolo ucraino.

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

L’UNIC SOLIDALE CON GLI ESERCENTI CINEMATOGRAFICI E CON IL
POPOLO UCRAINO A SEGUITO DELL’INVASIONE RUSSA

Bruxelles, 1 marzo 2022: L’Unione Internazionale dei Cinema, che rappresenta 39 territori europei, ha espresso in un comunicato la propria solidarietà ai colleghi e a tutto il popolo ucraino che cerca di respingere l’attacco delle forze russe. Di seguito il testo.

Il comunicato, emanato a nome della Presidenza UNIC, è il seguente:

“Abbiamo assistito con crescente orrore alla morte e alla distruzione derivanti dalla decisione del governo russo di invadere la vicina Ucraina. Esprimiamo assoluta solidarietà non solo con i nostri colleghi ma anche con il popolo ucraino mentre cerca di resistere a questo attacco oltraggioso e ingiustificato.
Il nostro organismo include circuiti e associazioni sia in Russia che in Ucraina, ma non possiamo restare a guardare e tacere su tali terribili azioni, mentre prendiamo atto con grande rispetto delle dichiarazioni e delle posizioni di alcuni colleghi russi, contrari alla guerra.
Non c’è divisione nelle nostre menti tra la missione di promuovere il valore culturale del cinema e il desiderio di incoraggiare l’unità europea e celebrare la diversità dei territori europei.
L’attacco a tutti questi principi deve dunque essere fermamente contrastato e sosteniamo con tutto il cuore qualsiasi misura adottata dalla comunità internazionale per porre rapidamente fino a questo spargimento di sangue.
Più praticamente, siamo pronti a fare tutto il possibile a supporto dei colleghi ucraini quando arriverà il momento di ricostruire i cinema distrutti dall’aggressione russa, in modo che il loro pubblico possa ancora una volta apprezzare l’esperienza inclusiva del grande schermo.

 

La grande macchina della solidarietà si è già messa in moto. Anche nel nostro territorio.

La Caritas diocesana di Imola ha infatti comunicato che destinerà la raccolta quaresimale al sostegno dell’Ucraina, dove il conflitto in soli pochi giorni ha già causato vittime, persone ferite e costrette a fuggire dal proprio paese.

«La Diocesi di Imola, attraverso l’ufficio pastorale Caritas e la Fondazione di culto Santa Caterina, si è resa disponibile per l’accoglienza diretta di profughi, che nella maggior parte dei casi arriveranno senza aver potuto portare nulla con sé – sottolinea la Caritas di Imola -. Chi volesse contribuire con generi di prima necessità (indumenti in buono stato, pannolini, prodotti per l’igiene della persona), per aiutare chi sarà accolto sul nostro territorio può consegnare il materiale presso Santa Caterina, in via Cavour 2/E, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13». È inoltre possibile donare somme di denaro da destinare all’emergenza sul conto corrente della Caritas diocesana di Imola:

IT 60 H 05034 21001 000000249981 Cassa di Risparmio di Imola – Ag 1 (causale: emergenza Ucraina).

UN FIGLIO [da venerdì 22 aprile 20202]

2022-04-27T21:56:28+02:0026 Aprile 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 22 aprile: ore 21,00
Sabato 23 aprile: ore 21,00
Domenica 24 aprile: ore 18,30 – 21,00
Lunedì 25 aprile: ore 18,30 – 21,00
Mercoledì 27 aprile: ore 21,00

N.B.: Capienza 100%. Super Green Pass e mascherina FFP2 obbligatori.

 

 

 

 

Titolo originale: Bik Eneich – Un Fils
Nazione: Tunisia, Francia, Libano, Qatar,
Anno: 2019
Genere: Drammatico
Durata: 96 min
Regia: Mehdi Barsaoui
Cast: Sami Bouajila, Najla ben Abdallah, Youssef Khemiri, Slah Msadek, Mohamed Ali Ben Jemaa
Produzione: Habib Attia, Marc Irmer, Chantal Fischer
Distribuzione: Valmyn, iWonder Pictures, Fondazione Culturale Niels Stensen

Un’interpretazione magistrale di Sami Bouajila, vincitore come Migliore Attore nella sezione Orizzonti del festival di Venezia, ai César 2021 e ai Lumiere Awards 2021. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha vinto un premio ai Cesar, ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Lumiere Award.

Trama

Estate 2011, Tatouine in Tunisia. Fares, Meriem e il figlio di undici anni Aziz fanno una gita con amici nel sud del Paese. Lungo la strada del ritorno il nucleo familiare si trova coinvolto in una sparatoria tra gruppi islamisti e l’esercito regolare. Aziz viene ferito gravemente al fegato e ricoverato d’urgenza. La diagnosi è infausta a meno che non si proceda in tempi sufficientemente rapidi al trapianto. A questo punto emerge un dato che rivela un segreto fino ad allora celato e la situazione si complica da una molteplicità di punti di vista.

Trailer

Recensione

UN COMMOVENTE DRAMMA FAMIGLIARE CHE TIENE SEMPRE PRESENTE IL CONTESTO IN CUI SI INSERISCE.

In una società in bilico tra una visione progressista dei rapporti interpersonali e un radicalismo estremista religioso la vita di un bambino viene messa in grave pericolo proprio a causa delle profonde contraddizioni che attraversano il Paese mediorientale in cui vive.

Mehdi M. Barsaoui si è formato al Dams di Bologna ed è stato anche montatore del documentario Era meglio domani che ha al centro una donna in lotta per riavere i suoi figli mentre intorno a lei la Rivoluzione dei gelsomini si fa sempre più presente. Giunto al suo primo lungometraggio di finzione mostra che il tema gli sta ancora a cuore e che, attorno a questo nucleo centrale, è interessato a sviluppare un più ampio contesto. Sin da subito ci ricorda che in quegli stessi giorni il regime di Mu’ ammar Gheddafi era messo in discussione da una rivolta che stava progressivamente erodendo il suo potere seminando al contempo morte e distruzione.

Meriem e Fares sono consapevoli di quanto stia accadendo anche in Tunisia, hanno una buona collocazione in ambito sociale, lei è una dirigente e i loro amici fanno tutti parte dell’area progressista. Barsaoui ci mostra però come uno sconvolgimento come il pericolo di morte di un figlio possa mandare all’aria ogni certezza ed ogni convincimento.

Ancora una volta in un film è bene non sapere preventivamente quale sia l’elemento che si aggiunge al ferimento del bambino perché questa informazione deve giungere allo spettatore così come a chi si trova a doversi confrontare con essa sullo schermo. Da qui si dirameranno una serie di riflessioni che vanno oltre il caso specifico (a cui danno corpo ed intensa partecipazione Sami Bouajila nel ruolo di Fares e Najla Ben Abdallah in quello di Meriem) per affrontare le contraddizioni di una società in cui la donna è solo apparentemente più libera.

Non ci sono chador né burka da indossare in Tunisia ma quando si giunge al punto di discrimine chi paga di più è lei. Ogni idea liberale e progressista cade di colpo ed emerge un maschilismo che la legge incoraggia e sostiene sulla base di disposizioni che sopravvivono ai cambiamenti che la società sta attraversando. A questo si aggiunge la sconvolgente pratica del traffico di organi. Un argomento a cui tutti noi e i media in primis preferiscono non pensare forse perché troppo dilaniante quando si pensa che i ‘donatori’ possano essere non solo persone in difficoltà economiche (e sarebbe già grave) ma addirittura bambini.

Barsaoui ce lo ricorda invitandoci a non voltare la testa mentre al contempo fa riflettere noi e soprattutto i suoi compatrioti sul fatto che la donazione di organi debba essere sottoposta ad un controllo legale che sappia però superare le maglie di una burocrazia che alimenta se stessa rischiando di mettere a repentaglio la vita altrui quando questa potrebbe invece essere salvata.

Nei corridoi di un ospedale la camera segue lo sviluppo di un dramma familiare senza però chiudersi (e in questo sta l’originalità della sceneggiatura scritta dallo stesso Barsaoui) in esso ma tenendo sempre presente il contesto sociale in cui si inserisce

Giancarlo Zappoli – www.mymovies.it

Prezzi

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• il MERCOLEDÌ (escluso festivi e prefestivi, e nel giorno di uscita di un film): per TUTTI
• il VENERDÌ (escluso festivi e prefestivi) per i soci i possessori di:
a) tessera “Vieni al cinema” con di foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente
b) tessera ACI (Automobile Club d’Italia)
c) card Cultura del comune di Imola
d) tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)

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GLI AMORI DI ANAÏS [da venerdì 29 aprile]

2022-05-04T21:50:10+02:0026 Aprile 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 29 aprile: ore 21,00
Sabato 30 aprile: ore 21,00
Domenica 1 maggio: ore 16,30 – 18,30 – 21,00
Mercoledì 4 maggio: ore 21,00

N.B.: Capienza 100%. Super Green Pass e mascherina FFP2 obbligatori.

 

 

 

 

 

 

Titolo originale: Les amours d’Anaïs
Nazione: Francia
Anno: 2021
Genere: Commedia
Durata: 98 min
Regia: Charline Bourgeois-Tacquet
Cast: Anaïs Demoustier, Valeria Bruni Tedeschi, Denis Podalydès, Jean-Charles Clichet, Xavier Guelfi, Christophe Montenez, Anne Canovas, Bruno Todeschini, Annie Mercier, Grégoire Oestermann, Marie-Armelle Deguy
Produzione: Année Zéro, Les Films Pelléas
Distribuzione: Officine UBU

Musiche di Nicola Piovani

Trama

Anaïs (Anaïs Demoustier) è una trentenne che vive giorno per giorno. La donna non ha un lavoro né un’entrata economica, ha un fidanzato che non considera molto e che probabilmente non ama neanche più.
Un giorno Anaïs si imbatte in Daniel, un editore che non appena la vede si innamora all’istante di lei. Lui, però, vive insieme alla scrittrice Emilie, che Anaïs in seguito conosce. L’incontro con l’autrice sarà per lei fatale, perché rimarrà così affascinante da Emilie che finirà con il provare per lei un sentimento mai sentito prima. La giovane decide di fare di tutto pur di rivedere Emilie, anche al costo di seguirla. La scrittrice sembra l’unica persona in grado di mettere un punto di arresto alla farnetica esistenza di Anaïs, cambiandole totalmente la vita.

Trailer

Recensione

Charline Bourgeois-Tacquet mette in scena una commedia di costume esistenzialista molto ritmata, rinfrescante, divertente e diretta in modo sottile.

“Pensate che io non sappia amare?”. Chi non ha mai incontrato una giovane studentessa di città laureanda e innamorata della letteratura, la cui mente e la cui vita quotidiana avanzano a 1000 all’ora in una certa confusione non priva di fascino? È esattamente il caso dell’eroina del primo lungometraggio di Charline Bourgeois-TacquetGli amori di Anaïs [+], che ha dato una ventata di freschezza e di divertimento intelligente alla Semaine de la Critique del 74° Festival di Cannes dove il film è stato presentato in proiezione speciale. A dare una marcia in più è Anaïs Demoustier che perfeziona sempre di più il suo modo di recitare (e che ha chiaramente intrapreso una traiettoria di carriera alla Isabelle Huppert), il film procede a spirale, passando da una forma all’altra a seconda delle ispirazioni della protagonista che è sempre in movimento per seguire il suo (o i suoi) desiderio(i) con la sua volontà e i suoi dubbi.

Corre, corre, Anaïs (Demoustier), con la sua bicicletta alla mano per le strade di Parigi, sempre in ritardo, sempre loquace, curiosa, indiscreta, affascinante, originale ma in ritardo, e anche un po’ al verde con un affitto che non paga da due mesi poiché non ha potuto portare avanti la vita di coppia con il suo ex Raoul (bisogna dire che lei non ama dormire con i suoi amanti a cui chiede di trovarsi un altro letto, proprio come non sopporta gli ascensori a causa della sua claustrofobia). Inoltre, è anche incinta di sette settimane ma ha deciso di abortire senza consultare un Raoul amareggiato (“non sai più cosa significa avere un’interazione, uno scambio”). In tutto ciò, nel momento in cui si reca in provincia scopre (dramma) che sua madre malata di cancro al fegato ha avuto una ricaduta. Inoltre, inizia una relazione con Daniel, un editore sposato (Bruno Podalydès). Ma in realtà la persona che vuole assolutamente conoscere è la moglie scrittrice di quest’ultimo, Émilie (Valeria Bruni Tedeschi) e che segue (senza dire nulla a Daniel) fino a un seminario in Bretagna (quando dovrebbe essere altrove con il suo relatore), subaffittando il suo appartamento di Parigi a dei turisti giapponesi. Corre, corre, Anaïs, ardente e leggera, ma fino a dove la condurranno la sua impulsività e la sua audacia?

Associando un ritmo frenetico a un ritratto raffigurante una donna in preda ai suoi dubbi (che ricorda Gena Rowlands in Opening Night in una scena al cinema) e un’esplorazione degli orizzonti della passione, Charline Bourgeois-Tacquet domina perfettamente il suo soggetto. Vivace e sincero, pieno di energia e di libertà, talvolta sensuale, con vari scenari (dagli appartamenti alla campagna in prossimità del mare), molto spesso divertente e dotato di una magnifica fotografia realizzata da Noé Bach, il film Les amours d’Anaïs offre una dimostrazione molto simpatica della vasta gamma di talenti di una giovane regista di cui sarà molto interessante seguire i prossimi sviluppi e orientamenti stilistici.

Fabien Lemercier – cineuropa.org

Prezzi

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DOWNTON ABBEY II – Una nuova era [dal 6 maggio]

2022-05-11T22:58:32+02:0026 Aprile 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 6 maggio: ore 21,00
Sabato 7 maggio: ore 21,00
Domenica 8 maggio: ore 16,00 – 18,30 – 21,00
Mercoledì 11 maggio: ore 21,00

N.B.: Capienza 100%. mascherina FFP2 obbligatoria.

 

 

 

 

 

 

Titolo originale: Downton Abbey: A New Era
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 2022
Genere: Drammatico
Durata: 125 min
Regia: Simon Curtis
Cast: Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Brendan Coyle, Julian Fellowes
Produzione: Année Zéro, Les Films Pelléas
Distribuzione: Carnival Film & Television, Universal Pictures

Trama

Dal pluripremiato scrittore Julian Fellowes arriva il film evento DOWNTON ABBEY: UNA NUOVA ERA. L’attesissimo ritorno cinematografico del fenomeno globale riunisce l’amato cast in un grande viaggio nel sud della Francia per scoprire il mistero della villa appena ereditata dalla Contessa Madre di Grantham.

Violet Crowley, contessa di Grantham, riceve un’inaspettata eredità: un aristocratico francese le ha lasciato una villa in riva al mare, e Lady Violet decide a sua volta di girarne la proprietà alla nipote Sybbie. La moglie del conte francese vuole impugnare il testamento del defunto marito, ma buona parte della famiglia Crowley si trasferisce sulla Riviera su invito del figlio del conte, che invece è incline a rispettare la volontà del padre. Del resto è meglio che a Downton Abbey restino solo i domestici e Lady Mary, poiché all’interno della magione si girerà un film: e la servitù è molto eccitata dalla presenza di due divi del muto, Guy Dexter e Myrna Dalgleish. Il regista invece farà compagnia a Mary, il cui marito è ancora una volta ben lontano…

Trailer

Recensione

“Downton Abbey II – Una nuova era”: come chiudere il cerchio con grazia

La saga della famiglia aristocratica inglese continua a essere una delizia assoluta che fa sorridere, appaga la vista e sa, al momento giusto, regalare commozione.

Per gli appassionati, Downton Abbey II – Una nuova era non ha bisogno di presentazioni. Tutti gli altri sappiano che è il titolo del secondo film, appena uscito al cinema, che vede proseguire sul grande schermo la celebre serie, già successo di pubblico e critica, ambientata nell’Inghilterra del regno di re Giorgio V, vale a dire fra il 1912 e il 1926.

Dopo sei stagioni per un totale di 52 episodi e un debutto cinematografico in grande spolvero, l’aristocratica famiglia dei Crawley continua a regalare intrighi, amori e scandali nella tenuta fittizia di Downton Abbey nello Yorkshire.

Il film del 2019, che era costato 13 milioni di dollari e ne aveva fruttati 190, era inerente alla visita del re e della regina d’Inghilterra, questo secondo capitolo invece si concentra sull’inaspettata eredità ricevuta dalla contessa Violet (l’impareggiabile Maggie Smith). Un nobile francese le ha infatti lasciato una villa in Costa Azzurra e l’anziana nobildonna decide a sua volta di girarne la proprietà alla nipote Sybbie. La moglie del defunto in realtà vorrebbe impugnare il testamento ma il figlio è invece incline a rispettare le volontà paterne e addirittura invita buona parte della famiglia Crawley in loco. Nel frattempo all’interno di Downton Abbey si gira un film e, mentre la presenza di due divi del muto (Dominic West e Laura Haddock) fa sognare la servitù, il regista (Hugh Dancy) corteggia Mary (Michelle Dockery), il cui marito è lontano.

Diretto da Simon Curtis e scritto ancora una volta da Julian Fellowes, “Downton Abbey II – Una nuova era” segue una doppia linea narrativa: quella dell’inaspettata trasferta francese serve a diversificare le ambientazioni e fa da assist a un ironico confronto fra culture, mentre quella del film nel film permette di ragionare sul cambiamento epocale di cui il cinema è metafora.

Tra sentimentalismo e ironia, tradizione e modernità, vanno nuovamente in scena personaggi che il pubblico conosce a menadito ma che stavolta saranno chiamati ad innovare il proprio percorso. Oltre ad assistere a collaudate dinamiche corali, si colgono sfumature nuove in singole figure già molto familiari.

Se questo secondo capitolo cinematografico appare più fresco e leggero, malgrado non dimentichi di essere pungente, è soprattutto grazie alle succose congetture inerenti il motivo del grande lascito a Lady Violet da parte di un uomo frequentato una sola settimana sessant’anni prima.

Anche la presenza della viziata troupe cinematografica che scippa il controllo della casa è una stravaganza che intrattiene rivitalizzando l’insieme, specie considerato che vi s’intrecciano le vicende dei numerosi domestici. Nell’emotivo trambusto generale, colpisce per pudica delicatezza la messa in scena della nascita di un interesse particolare tra due uomini.

La scenografia impeccabile, l’eleganza affascinante dei costumi d’epoca e i riti quotidiani come quello del tè (fatto rivivere a Milano di recente e di cui potete leggere qui) appagano la vista, mentre i dialoghi brillanti regalano divertimento e i cenni a dolenti imprevisti emozionano.

“Downton Abbey” è ben scritto e perfettamente interpretato, si attiene agli stilemi che già conoscono i suoi estimatori ma sa dare loro una nuova veste.

La saga traghetta da sempre il suo pubblico verso grandi cambiamenti. Il passaggio verso la nuova era del titolo si respira in tante cose e, malgrado l’altezzoso scandalizzarsi di certe aristocratiche figure, l’evoluzione dei costumi e la progressiva ridefinizione dei ruoli di potere sono un’evidenza.

“Downton Abbey – Una nuova era” si rivolge ai fan del franchise ma può essere visto anche da chi non ha seguito i capitoli precedenti. In ogni caso, il potere commovente del finale va a segno.

Serena Nannelli – www.ilgiornale.it

Prezzi

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L’ARMA DELL’INGANNO – [da venerdì 13 maggio]

2022-05-18T22:59:40+02:0024 Aprile 2022|Archivio|

Proiezioni

Venerdì 13 maggio: ore 21,00
Sabato 14 maggio: ore 21,00
Domenica 15 maggio: ore 16,00 – 18,30 – 21,00
Mercoledì 18 maggio: ore 21,00

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Titolo originale: Operation Mincemeat
Nazione: USA
Anno: 2022
Genere: Drammatico, Guerra
Durata: 128 min
Regia: John Madden
Cast: Colin Firth, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Johnny Flynn, Paul Ritter, Tom Wilkinson, Hattie Morahan, Penelope Wilton, Mark Gatiss, Simon Russell Beale, Jason Isaacs, Lorne MacFadyen, Alex Jennings, Rufus Wright
Produzione: See-Saw Films, Cohen Media Group
Distribuzione: Warner Bros. Italia

Trama

Basato su una storia vera.

Siamo nel 1943.
Gli alleati sono determinati a spezzare la morsa di Hitler sull’Europa occupata, il loro piano è un assalto totale in Sicilia ma si trovano ad affrontare un grande dilemma – come fare per proteggere una massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro. Il compito ricade su due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) che danno vita alla più geniale e improbabile strategia di disinformazione della guerra – incentrata sul più improbabile degli agenti segreti: un uomo morto. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è la straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il corso della guerra – sfidando ogni logica, a rischio di innumerevoli perdite e mettendo a dura prova il coraggio dei suoi ideatori…

Trailer

Intervista al regista

Le spie secondo John Madden

Il regista di Shakespeare in Love realizza L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat: “Si tratta del racconto di un evento straordinario, è uno studio del mondo dello spionaggio”

“Il film era già pronto due anni fa, poi è arrivata la pandemia, e abbiamo dovuto aspettare per distribuirlo. Il tema è quello della guerra, ma ci tengo a sottolineare che non fa riferimento a quello che sta succedendo oggi. Mai avremmo immaginato che sarebbe uscito in sala in un momento così difficile. Quello che sta succedendo tra Russia e Ucraina in qualche modo ci paralizza, ci fa sentire in difetto per ogni cosa che facciamo. Siamo partecipi di questa tragedia anche se non ci tocca da vicino. Dobbiamo imparare dalla Storia per non ripetere gli stessi errori”, spiega il regista John Madden, presentando il suo L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat dal Malaga Film Festival. L’anteprima italiana del film è al Bifest (Bari International Film Festival), e sarà distribuito il 12 maggio da Warner Bros. Fra gli attori spiccano Colin Firth e Matthew Macfadyen.

Nel cimitero di Huelva, in Spagna, nell’Andalusia, c’è la tomba del soldato William Martin. Ma è un nome fittizio, una falsa identità creata nel corso della Seconda Guerra Mondiale dall’intelligence britannica. Si trattava in realtà di un giovane gallese, Glyndwr Michael, morto suicida. Il suo corpo fu scelto dai due “agenti segreti” Ewen Montagu e Charles Cholmondeley per dare il via all’Operazione Mincemeat. L’obiettivo era depistare i nazisti, facendo loro credere che nel 1943 lo sbarco delle truppe alleate sarebbe avvenuto in Grecia e non in Sicilia. “Ma non è una lezione di storia, è il racconto di un evento straordinario. Ci sono moti toni, tante sfumature, è uno studio del mondo dello spionaggio”, aggiunge Madden.

In realtà tutto sarebbe nato da un racconto di Ian Fleming, il padre di James Bond, che all’epoca era al servizio di Sua Maestà. “L’ho vissuto come un regalo, che lui avesse iniziato a scrivere in quel momento. Si uniscono più universi, più suggestioni. È stato un passaggio cruciale per il mondo moderno. La gente da un lato cercava di avere una vita normale, mentre l’ombra della guerra era sempre più presente. Il terrore che Hitler arrivasse a Londra era palpabile”.

A prestare il volto a Ewen Montagu è Colin Firth. “Insieme abbiamo condiviso l’esperienza di Shakespeare in Love, dove lui era Lord Wessex. È un attore magnifico, con una personalità molto forte, coinvolgente, ama lavorare sui copioni per migliorarli. Perciò ci siamo spesso confrontati in modo molto costruttivo. Il suo senso dell’ironia aiuta a rendere le riprese piacevoli”.

Insieme a Montagu, l’eroe è Charles Cholmondeley. “Il lavoro del cineasta è quello di creare qualcosa in cui il pubblico possa credere. Bisogna sempre fare attenzione al modo di raccontare. Qui ad affascinarmi è l’ambiguità dei personaggi. Ogni loro gesto potrebbe portare alla salvezza, ma allo stesso tempo condannare il mondo per un errore. Il confine tra realtà e finzione in questo racconto è labile, perché ci siamo ispirati a fatti realmente accaduti. Ma io al cinema amo le sorprese. Per questo, quando si inizia un nuovo progetto, bisogna lasciarlo fluire, non avere tutto subito sotto controllo”.

Gian Luca Pisacane – www.cinematografo.it

Curiosità

– L’OPERAZIONE MINCEMEAT È STATA PRECEDENTEMENTE SOGGETTO DEL FILM DI RONALD NEAME ‘L’UOMO CHE NON È MAI ESISTITO’ (THE MAN WHO NEVER WAS) DEL 1956, TRATTO DAL LIBRO OMONIMO DI EWEN MONTAGU (1954).

– IL TERMINE ‘MINCEMEAT’ IN LINGUA INGLESE SIGNIFICA ‘CARNE TRITATA’.

Prezzi

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